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Giusi Vitale: la manager del gusto, un successo di famiglia

Quando parliamo di Prezzemolo&Vitale viene subito in mente l’eccellenza a tavola. Un’idea straordinaria, un format che dalla Sicilia è sbarcato nella metropoli del trendy: Londra. Il Ceo, l’amministratore per intenderci, è Giusi Vitale, volto conosciutissimo, donna che ama sorridere. Sempre.

Ha avuto un percorso di successo. Ha avuto difficoltà, da donna, nel raggiungere i risultati che poi lei ha ottenuto?

«Gli ostacoli non hanno genere, credo di aver affrontato le stesse difficoltà di chiunque. Sicuramente in passato più che adesso, e comunque solo in alcuni contesti, ho fatto i conti con mentalità che faticano a dare ascolto a una donna e per di più giovane. Diciamo che ci sono persone che si trovano a disagio nel confronto, è anche un loro problema…».

Ci sono degli episodi professionali simpatici in cui l'attestato di stima è arrivato quando meno se lo aspettava?

«Ricordo con emozione e orgoglio la visita di Farinetti, era qui per la premiazione Best In Sicily del 2017 dove anche noi eravamo tra le eccellenze premiate (e già questo era bellissimo!) poi, inaspettatamente, lui volle visitare il negozio di via Noto, disse che era curioso di conoscere questi “concorrenti capaci di aprire a Londra prima di lui” io ancora sorrido al ricordo e mi vanto molto delle bellissime lodi che fece alla nostra enoteca, lui, una vera autorità, ma soprattutto aveva apprezzato l’idea dei cartellini compilati a mano e a matita: una piccola ma significativa espressione che raccontava il lato umano del vino, quello che è fatica, opera delle persone! Una persona di grande spessore. Poi in generale, amo molto gli attestati di stima di molti produttori e artigiani con cui collaboriamo e che ci sono grati per aver aperto loro strade cui non credevano di poter accedere, ma lì è molto diverso, in realtà non facciamo altro che incoraggiarli e sostenerli, se crediamo in un prodotto e nel territorio, è il minimo!».

La carriera ha comportato sacrifici e rinunce. C'è qualcosa che non rifarebbe?

«Assolutamente no. Sono molto felice di quello che ho fatto, anche gli errori servono, raccontano il percorso, certo, se avessi una bacchetta magica moltiplicherei il tempo per dedicarne di più alle persone che amo, ma in fondo l’amore sa trovarsi spazio».

Parliamo della famiglia. Come sono stati affrontati i periodi più complessi dal punto di vista lavorativo?

«Sono stata educata al sacrificio, e quando penso all’azienda penso anche alle famiglie che da lei dipendono: per me è naturale anteporre il benessere dell’azienda al mio personale, ma in realtà io vivo orientata al “come fare per…” una specie di voce di sottofondo che non tace mai - a lavoro, in casa, nei weekend - e vaglia soluzioni possibili, sbroglia fili, scava finché una soluzione non esce».

Quanto pensa sia importante la sua famiglia nella sua vita e nel suo percorso professionale?

«La mia famiglia è in azienda, non solo metaforicamente, mio marito è cofondatore e nella mia vita è impossibile scindere il mio percorso da quello del mio compagno di vita e oggi anche dei miei figli, quindi direi che la mia famiglia non è “solo” importante ma fondante a 360°. Senza di loro non esisterebbe tutto questo, se non fosse stato per e con il supporto dei miei figli non saremmo mai usciti dalla Sicilia».

Oggi lei riveste un ruolo prestigioso. È un'altra importante sfida…

«Al di là del ruolo, la sfida più impegnativa e importante da tanti punti di vista è essere protagonista della trasformazione, dell’evoluzione dell’azienda da familiare a grande azienda, se ci penso fa paura ma è la naturale evoluzione e poi, la sfida quotidiana del ruolo doppio, sono capo e madre dei miei figli, scindere i ruoli è ai limiti delle possibilità umane certe volte! Riesce bene la domenica se preparo l’arrosto per tutti ma il lunedì diventa tutto più faticoso…».

Il settore dell'alimentare di qualità è estremamente versatile e, allo stesso tempo, complesso. Da Palermo a Londra, quali le prossime sfide?

«La prossima sfida, quella già in fieri, è crescere in UK - dove programmiamo 6 nuove aperture in 3 anni - senza trascurare il territorio siciliano che ha molto da dare e merita grande attenzione, questa città ha bisogno di stimoli, investimenti, risorse. Abbiamo tutti una responsabilità di cui farci carico nel rapporto tra produttori e consumatori. È questa la responsabilità del mediatore che grazie alla sua esperienza può - e quindi deve - fare la differenza e promuovere scelte di qualità, lo dobbiamo alla comunità, anche questo è appartenenza, altrimenti si resta al rapporto venditore\cliente ma non è la stessa cosa».

Cosa la gratifica di più nel suo impegno quotidiano?

«Sentire di essere una molla verso il miglioramento, mio e di chi ho intorno, vale nel lavoro e in ogni altro ambito. Mi concentro sempre sul fare meglio e sul fare insieme agli altri, a volte scopro talenti e sempre imparo e scopro cose nuove».

Ritiene che fare carriera oggi per una donna sia più semplice di qualche anno fa?

«Di certo oggi le donne sono più consapevoli. In generale però, ancora adesso, subiamo una educazione a suon di sensi di colpa e conviviamo con la divisione carriera-famiglia ma anche, per fortuna sempre di più, sappiamo di avere un peso, che il nostro ruolo ha un peso nel presente e nella proiezione futura, e ce lo sentiamo tutto questo peso! Ecco, liberarsi dal senso di colpa ma anche non rinunciare al proprio spazio in famiglia forse è la difficoltà più grande».

Parliamo del privato. Quali le sue passioni?

«Lavoro a parte? Amo il mare e la natura in ogni stagione. Cammino da sola per ore, meglio se all’alba o al tramonto, questo spazio limite della giornata in cui raccogliere i pensieri, inseguo il profumo della terra umida dopo la pioggia e adoro mio nipote. Coltivo le mie amicizie, perché niente è più importante delle relazioni sane, vere, sincere».

Quanto riesce a dedicare al tempo libero?

«Viaggiare di continuo non lascia molto tempo libero, la fortuna è che se ami quello che fai ti diverti lo stesso. Il poco tempo che strappo agli impegni lo dedico nei weekend alle persone che amo, e a piccole gratificazioni anche frivole per me stessa».

Infine, un consiglio alle giovani donne che vogliono fare carriera nel suo settore...

«Ci vuole determinazione e bisogna imparare a scegliere. Studiare ed essere curiosi - ma vale per tutto. Non si può essere compagni di vita perfetti, madri o padri perfetti, manager in carriera perfetti, è indispensabile mediare, crederci fino in fondo e accettare sbalzi, cadute o piccoli nei. Ci vuole anche fortuna ma bisogna saper scegliere chi ci sta accanto e circondarsi di persone capaci di farti dare il meglio, esseri che ti illuminano invece di persone che oscurano la tua luce. E questo lo direi a tutti i giovani: l’ottimismo va coltivato in maniera intelligente e sana anche attraverso le relazioni perché se intorno a te hai il buio non brillerà mai abbastanza ma se ti circondi di luce, anche il più piccolo scintillio contribuisce alla bellezza».

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