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La palermitana Azzurra D'Arpa torna da MasterChef: così racconterei pane e panelle

"Quando ho fatto l’iscrizione a Masterchef non pensavo di poter arrivare dove sono arrivata, ogni passo avanti è stato una conquista. La quinta posizione in una gara del genere è sempre motivo di orgoglio, e non finisce qui, perché di idee nel cassetto ce ne sono tante”. A parlare è Azzurra D’Arpa, palermitana ed ex concorrente della decima edizione di Masterchef Italia, uscita dalla competizione alla fine di un pressure test, lo scorso 25 febbraio.

Il suo percorso, come per molti cuochi che si cimentano in talent dedicati alla cucina, inizia dalla più tenera età, e, nel suo caso, vicino alla tradizione culinaria siciliana. “Ho cominciato a sporcarmi le mani con la mamma e con la nonna - racconta Azzurra -. Una volta proprio lei mi insegnò il trucchetto per fare la pasta reale. All’epoca non usava certo il termometro: toccava il mestolo di legno con i polpastrelli, e quando lo zucchero filava in un certo modo era l’ora di aggiungere allo sciroppo la farina di mandorle. Io la guardavo estasiata”.

Ma anche i viaggi hanno contribuito. Azzurra, supervisore di casinò a bordo delle navi da crociera, ha avuto tante occasioni per esplorare il mondo e i suoi sapori. “Posto che vai, ingrediente che trovi - dice - ricordo gli odori travolgenti dei mercati in Giamaica e in Messico”.

Ingredienti e ricette che ama mescolare per creare i suoi piatti “un po’ all’Azzurra”, come li definisce, e capaci fin da subito di conquistare i giudici. “Alle selezioni ho deciso di portare i Ghioza perché rappresentano la mia terra e i miei viaggi - dice infatti l’ex concorrente MasterChef - L’idea di base era quella della pasta alla norma, quindi pomodoro, ricotta, melanzane, basilico, con un po’ di zenzero: tutto racchiuso nei Ghioza, i ravioli asiatici”.

È stato proprio il tocco personale di Azzurra a condurla lontano nella competizione, in molti avevano visto in lei la stoffa della vincitrice, ma un test andato male l’ha costretta a togliersi il grembiule. “Nelle prime due prove ho perso totalmente la concentrazione - racconta - ho perso forse anche un po’ la fiducia in me stessa. Sono venuti fuori due piatti che metterei nel dimenticatoio, o che forse in futuro, con tempo e coscienza, proverò a reinventare”.

E aggiunge ironica: “Per quanto riguarda l’ultimo piatto, beh, la cipolla mi ha fatto piangere, in tutti i sensi. Noi siciliani la cipolla in agrodolce la utilizziamo in quantità, ma quella volta avrei dovuto limitarmi, perché mi è costata il mio percorso a MasterChef”.

Rispetto all’eliminazione Azzurra non si dice certamente felice, ma non si arrende; incrocia sempre le dita per il suo sogno nel cassetto: girare l’Europa con un food truck, ora sappiamo, colorato, realizzato con materiali riciclati, elettrico e con pannelli solari, dal quale servirà i Ghioza, che l’hanno fatta accedere alla masterclass, involtini vietnamiti, carni brasate, e un menù all’Azzurra ancora tutto da inventare. Il regalo più bello della competizione, comunque, rimane il legame instaurato con gli altri concorrenti, con le parole di Azzurra: “un gruppo di amici, persone straordinarie che hanno condiviso con me questo percorso e che tutt’oggi fanno parte della mia vita, e con le quali spero di poter fare qualcosa di bello in futuro”.

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