“Sono state giornate interessanti, dove sono state analizzate le ultime novità in merito di cefalee e con riferimento ai nuovi trattamenti disponibili e che si stanno rivelando particolarmente efficaci. Stanno cambiando la prospettiva di terapia e la possibilità di controllare l’emicrania, che rappresenta una delle condizioni più disabilitanti”. Così si è espresso Filippo Brighina, dottore e docente al Policlinico Paolo Giaccone di Neurofisiopatologia, tra gli organizzatori del 36mo congresso del Sisc, Società italiana per lo studio delle cefalee, tenutosi all’Nh hotel del Foro italico Umberto I.
Tra le novità in campo di mal di testa, risalta un farmaco che rientra nella categoria degli anticorpi monoclonali per l’emicrania: una nuova molecola che si comporta come un vero e proprio cecchino che entra nell’organismo e agisce specificatamente sulla proteina Cgrp. Per intenderci, la causa del mal di testa. La proteina, infatti, è in grado di entrare nei meccanismi che portano al dolore dovuto dall’emicrania: bloccando il recettore, grazie all’intervento del Cgrp, si evita l’infiammazione e e si arresta la trasmissione centrale del dolore.
“Circa il 20% della popolazione soffre di cefalee ma solo il 2%, che in termini epidemiologici è un dato significante, risulta avere una cefalea grave e disabilitante - spiega il dottor Paolo Calabresi, presidente del Sisc - con alti costi in termini economici e una ridotta qualità di vita”.
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