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Muoversi a Palermo? L'app del comune al momento è poco diffusa: "Uso Moovit"

Nonostante sia stata rilasciata sugli store digitali circa 20 giorni fa, accompagnata da una febbrile attesa da parte di molti utenti, sono tanti i palermitani che ancora non conoscono la nuova app di tracciamento dei bus "Muoversi a Palermo". Consegnata da Sispi, azienda partecipata del Comune che si occupa dello sviluppo informatico, telematico e digitale dell’Amministrazione, lo scorso 11 maggio, la piattaforma è rimasta sconosciuta ai più: «Non conosco Muoversi a Palermo, uso Moovit, che sul tram riesce a fornirmi delle indicazioni abbastanza precise - racconta Pietro Miosi -. Io uso giornalmente l’autobus per andare a scuola e si accumula sempre ritardo ad ogni fermata. Questo non consente di calcolare bene le tempistiche».

«No non conosco Muoversi a Palermo - dice una studentessa fuori sede, Ilenia Simonelli -. A volte uso Moovit ma mi trovo ugualmente male. Le app segnano un determinato orario, ma che non corrisponde mai all'effettivo arrivo dei bus».

Ma cosa è Moovit? Si tratta di un’altra applicazione di tracciamento dei mezzi pubblici diffusa in tutto il mondo, che da anni accompagna cittadini e turisti. Ma che a Palermo sembra riscontrare alcuni problemi. Gli stessi di chi, speranzoso, aveva scaricato e utilizzato Muoversi a Palermo: «Io la conosco e l’ho anche scaricata - dice Renato Basile -. Ma la eliminerò: non funziona completamente e tanto vale risparmiare memoria sul cellulare. Tanto vale utilizzare ancora Moovit».

Muoversi a Palermo dovrebbe aprire una nuova frontiera nel trasporto pubblico del capoluogo, tracciando in tempo reale il percorso dei bus e avvisando l’utente di eventuali ritardi o anticipi sull’orario di arrivo previsto. Ma non solo. Nel tempo questa dovrebbe rispondere alle esigenze della mobilità dei cittadini a 360 gradi, indicando coincidenze con le altre linee, e i servizi di sharing disponibili nelle vicinanze, così da poter consentire all’utente di scegliere e decidere il tragitto migliore per la sua destinazione finale.

Gratuita e compatibile per Android ed iOS (sistema operativo Apple), una volta scaricata, però, il cittadino si trova difronte all’avviso «Servizio in fase sperimentale». Infatti, sono circa una quindicina le macchine, su una flotta di circa 200 mezzi, che hanno effettivamente attivo il sistema di tracciamento. Che, però, non riesce a rendere fruibile la posizione del mezzo in tempo reale: di quelle poche macchine che giornalmente rendono l’app funzionante, il cittadino può avere una stima a check point del momento in cui vedrà spuntare all’orizzonte la linea sulla quale dovrà salire. Per intenderci, lo stesso meccanismo delle metropolitane, che a seconda del ritardo o dell’anticipo ad una data fermata, rendono le stime per le successive.

«Secondo me avrebbero dovuto rilasciare l’applicazione più tardi, perché non funziona. Si va nelle sezione delle linee e gli orari non ci sono come invece avrebbe dovuto essere - sottolinea Salvo Geraci -. L’esigenza è quella di avere gli orari in tempo reale e potrebbe essere un passo importante».

Ma c’è anche chi vede il bicchiere mezzo pieno: «Trovo un servizio migliore rispetto agli anni precedenti - racconta Valentina Pettineo -, ritengo che sia migliorato sia dal punto di vista del controllo all’interno dei bus che sulla disponibilità dei mezzi, a prescindere che ci si lamenti sempre dei ritardi e delle attese continue. I miglioramenti, passo dopo passo, ci sono». Ma per avere contezza della posizione dei mezzi e delle attese «uso Google maps o Moovit, che più o meno riesce a farmi sapere gli orari e quando arrivano. Cerchiamo di arrangiarci».

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