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Tensioni Italia-Francia sui migranti, Fitto da Palermo: «Attacchi alla Meloni? Caduta di stile»

«Devo dire che è stata una vera e propria caduta di stile. Ed è anche molto grave e fuor di luogo che per coprire tensioni interne si possano utilizzare polemiche esterne». Da Palermo, a margine del convegno «Il Mezzogiorno produttivo per lo sviluppo del paese», organizzato dalla Cna all'Università di Palermo, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto risponde alle parole del ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin che ha accusato il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, di essere «incapace di risolvere i problemi migratori per cui è stata eletta». La leader di Fratelli d'Italia, secondo il politico francese, «è come Marine Le Pen, dice "vedrete questo, vedrete quello" e quello che vediamo è che l'Italia sta vivendo una grave crisi migratoria».

Parole che hanno scatenato la polemica con la reazione prima del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha annullato la visita in Francia e ha parlato di «offese inaccettabili» e adesso anche del ministro Fitto. La polemica dunque non si placa. Sulla dichiarazione di Darmanin, il ministero per gli Affari europei non ha dubbi: «Penso che non aiuti né l'Italia, né la Francia, né l'Europa, che un ministro possa immaginare un attacco frontale così sguaiato».

La sfida del Pnrr

Al centro del dibattito in Italia e in Europa anche i fondi del Pnrr: «Con il decreto legge numero 13 che abbiamo varato poche settimane fa - spiega Fitto da Palermo -, il governo ha già dato una prima risposta importante non soltanto modificando la governance del pianeta ma anche avviando la fase della stabilizzazione delle diverse persone utilizzate anche dai comuni per poter rafforzare questa capacità amministrativa. È chiaro che la sfida è molto importante, perché le percentuali di utilizzo e le risorse europee nazionali del periodo 2014 - 2020 non sono incoraggianti, ma è per questa ragione che il governo sta procedendo ad una fase di attenta valutazione dei singoli interventi, perché come noto i progetti devono essere completati entro giugno del 2026».

Fitto ribadisce l'impegno del governo: «Noi stiamo lavorando per poter avere questo monitoraggio chiaro e d'intesa con la commissione europea, proporremo delle soluzioni di modifica del Pnrr, per avere la possibilità di individuare interventi che, da una parte adeguino il piano ai nuovi scenari, penso alla nuova grande questione energetica e dell'inflazione, e dall'altro ad interventi che sono realmente completamente realizzabili entro il giugno del 2026».

Sui fondi del Pnrr interviene anche il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, presente al convegno della Cna a Palermo. «Serve una programmazione che fissi obiettivi sulle cose reali di cui un territorio ha bisogno per essere reso competitivo. Nessuno può dire che nel Sud siano mancate le risorse dal dopoguerra a oggi. Abbiamo avuto fiumi di denaro, ma è mancata la programmazione seria. E' mancata la capacità di fissare obiettivi. Ecco perché il Pnrr è grande opportunità ma anche grande insidia se facciamo come abbiamo fatto nel passato senza fissare gli obiettivi».

La spesa dei fondi europei, intanto, è stata anche al centro di un colloquio a Palazzo delle Aquile tra il sindaco Roberto Lagalla e il ministro agli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. Il confronto, al quale ha preso parte anche il vicesindaco Carolina Varchi, «è stata un’occasione importante per fare il punto sui progetti finanziati da fondi extra-comunali - dice Lagalla -. Abbiamo lungamente discusso in relazione ad un tema strategico, quello di una corretta pianificazione e di una stringente rivalutazione dei fondi strutturali della programmazione 2014-20 e 2021-27. Non possiamo permetterci di sbagliare. Abbiamo la necessità di veicolare risorse su linee fondamentali di programmazione e per la Sicilia gli investimenti più importanti sono mirati a rinsaldare gli assi dello sviluppo che guardano alla trasformazione dei prodotti locali, alla produzione di energia e al turismo come leva fondamentale». E aggiunge: «Ho riscontrato, da parte del ministro Fitto, la disponibilità di rimodulazione di opere fondamentali che necessitano una riprogrammazione a causa dei ritardi trovati dal momento dell’insediamento della nuova amministrazione comunale».

Il convegno della Cna a Palermo

«Il rilancio del Mezzogiorno è una sfida per l’intero Paese e per vincerla è indispensabile il ruolo da protagonista di micro e piccole imprese», sottolinea il presidente nazionale di Cna, Dario Costantini, durante il convegno di Palermo. Per Costantini è preziosa la funzione dell’imprenditoria diffusa. «Le piccole imprese impiegano l’80% dei giovani che entrano nel mercato del lavoro. Nelle piccole imprese il 70% degli under 30 è assunto a tempo indeterminato. Le piccole imprese realizzano il 50% del made in Italy che esportiamo all’estero. Le piccole imprese sono dappertutto e fanno di tutto. Però alle piccole imprese bisogna permettere di contribuire, ad esempio, a centrare gli obiettivi ambiziosi del Pnrr». E ancora: «La sfida è immensa e non ha precedenti. Ma abbiamo le capacità per vincerla e lo faremo partendo dal Sud”.

Tra gli interventi al convegno, aperto dal coro giovanile del Teatro Massimo, anche quello del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. «La ripresa economica - commenta - la vedo non solo negli auspici, ma anche nelle iniziative di questi ultimi mesi da parte del Governo. La mia intenzione è quella di porre grande attenzione alle iniziative imprenditoriali anche attraverso il superamento del gap infrastrutturale della nostra regione. E su questo abbiamo già previsto lo stanziamento di diverse risorse». Presente per la Regione anche l'assessore alle Attività produttive Edy Tamajo.

Secondo il delegato per il Mezzogiorno di Cna, Mauro Crimi, «dobbiamo avere la consapevolezza che non ci può essere crescita dell’Italia se non cresce il Mezzogiorno e che il Mezzogiorno deve far parte di una strategia politica ed economica che lo veda al centro di un vero e proprio progetto Paese».

Il Sud sconta un forte gap di sviluppo economico ed è gravato da problemi di divari e coesione ma “non possiamo immaginare che il Mezzogiorno resti fuori da una strategia che riguardi l’intero Paese. È giunto il momento di guardare il Sud come una macroarea economico-geografica e non solo come terra di divari storici mai colmati». Sul Pnrr Crimi lancia un invito ai rappresentanti degli enti locali ad un «confronto ancora più serrato con il mondo delle piccole e medie imprese per individuare, anche con il loro contributo, le strade da percorrere per la realizzazione del piano, partendo dalla considerazione che gli interessi delle imprese coincidono con quelli generali delle comunità dove operano».

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