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Il ministro Piantedosi a Palermo: «Mafia e nazifascismo hanno dei tratti comuni»

«Spiegare la scelta di essere a Castelvetrano nel giorno della Liberazione è stato un po' faticoso, ma non era un modo per sviare e deviare dalla celebrazione del 25 Aprile. Era un modo per lanciare un messaggio chiaro: la mafia e il nazifascismo hanno tratti in comune, modelli che si propongono alla società con la violenza e la sopraffazione». È quanto ha affermato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a Palermo, nel corso della presentazione del libro di Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Giovanni Falcone, Antonio, Non ci avete fatto niente. La presentazione si è tenuta alla caserma Lungaro, sede del reparto Scorte. Presenti anche il capo della polizia Lamberto Giannini e il questore di Palermo Leopoldo Laricchia.

«La mafia è sicuramente cambiata, come sottolinea anche il libro di Tina Montinaro. La mafia è meno violenta, più silenziosa, sta attraversando una nuova stagione. Va combattuta sempre, con diffuso impegno civile, perché in quanto fenomeno umano avrà la sua fine. Il fatto di agire sotto traccia, mirando a nuovi obbiettivi, è già sintomatico, testimonia un cambio di rotta a livello anche di società», ha detto Piantedosi. «È una grande sfida - ha aggiunto - anche evitare le insidie e i centri di potere, dietro a risorse e a fondi Pnrr. C'è un’attenzione continua grazie anche alla competenza maturata negli anni. All’epoca decidere da che parte stare non era una scelta scontata. Non c'è bisogno di prendere impegni straordinari per avere consapevolezza su da quale parte si debba stare per essere eroi civili. C'è una zona grigia che dovrà ribellarsi alla mafia, noi non faremo sconti a nessuno».

«Questa è la storia mia e di Antonio – dice Tina Mortinaro – spiegata ai bambini. Questo libro è stato fatto appositamente per loro. Non ci avete fatto niente, perché quegli uomini non sono stati dimenticati e alla fine abbiamo vinto noi. Avevo accanto un grande uomo. Io non sono la vedova di Antonio, sono la moglie perché ogni giorno faccio tante cose per lui ed è come se fosse qui con me sempre. Sono rimasta a Palermo perché non sono le mogli dei poliziotti a doversene andare ma le mogli dei mafiosi, loro si devono vergognare e se ne devono andare».

Ad accogliere il ministro gli alunni del Convitto nazionale di Palermo che, a sorpresa, hanno intonato la canzone Non mi avete fatto niente (di Ermal Meta e Fabrizio Moro, vincitrice del Festival di Sanremo nel 2018). Presenti anche gli alunni della scuola elementare Sperone-Pertini di Palermo e Marconi di Licata. In aula il capo della polizia Lamberto Giannini, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, l’ex questore di Palermo Renato Cortese, il procuratore capo Maurizio de Lucia, il presidente della Corte di appello Matteo Frasca, la procuratrice generale Lia Sava, il presidente della Regione, Renato Schifani, il presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato alla presentazione del libro dopo aver reso omaggio alla stele di Capaci deponendo una corona di alloro alle vittime della strage mafiosa.

Nel video Tina Montinaro, Lamberto Giannini e Matteo Piantedosi

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