La Regione siciliana ha varato il piano di tutela della qualità dell’aria, il piano di mitigazione per l’inquinamento acustico, anche detto «piano del rumore» e il piano per le alluvioni che rientrano nella pianificazione ambientale richiesta dall’Unione Europea alla Sicilia, soggetta a infrazioni per i ritardi accumulati negli anni sul varo dei Piani.
Lo hanno annunciato il governatore Nello Musumeci e l'assessore Toto Cordaro in conferenza stampa a palazzo d’Orleans.
Il piano di tutela della qualità dell’aria e quello per le alluvioni sono stati approvati dalla Giunta regionale e inviati al Ministero dell’Ambiente per l’approvazione in Consiglio dei Ministri, mentre il «Piano del rumore» è stato approvato dalle amministrazioni di Palermo, Catania, Messina e Siracusa e inviato al ministero dell’Ambiente dall’assessorato al Territorio.
«Tutela dell’ambiente e del territorio sono tra i nostri obiettivi prioritari - ha detto Musumeci, che ha presentato gli strumenti col direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, Giuseppe Battaglia, e col direttore tecnico dell’Arpa Vincenzo Infantino - Da anni abbiamo una carenza di strumenti di pianificazione ambientale una carenza che è stata evidente e assai grave e non si può intervenire se sul quel fronte se non si ha una vera conoscenza del territorio. La legislazione nazionale non è stata particolarmente abbondante - ha aggiunto - solo negli ultimi 10-15 anni ci sono stati provvedimenti di legge che avrebbero dovuto imporre alle regioni di attrezzarsi. E la Sicilia non lo ha fatto. Il Dipartimento, in collaborzione con l’Arpa, è riuscito in sette mesi a varare tutti e tre gli strumenti di pianificazione che sono stati deliberati dalla giunta e trasmessi al ministro dell’Ambiente Sergio Costa con il quale l’assessore Toto Cordaro ha avuto un lungo e proficuo colloquio».
«Il ministro Costa - ha detto Musumeci - ha accolto l’invito del governo regionale a venire in Sicilia per la prima volta e gli faremo conoscere alcune realtà dell’Isola e presentare il programma delle iniziative realizzate sul fronte dei rifiuti».
«L'inquinamento dell’aria, dal rumore, e il rischio di alluvioni sono questioni di carattere strategico per una seria politica di previsione e prevenzione del rischio in Sicilia. I territori sono stati devastati in questi ultimi trenta, quarant'anni, migliaia di persone hanno perso la vita anche a causa di questa dissennata politica irresponsabile e criminale. Guardare al futuro, partendo dal danno che si può rilevare, credo sia fondamentale e noi lo stiamo facendo colmando un ritardo di decenni», ha detto Musumeci. «Quella che è mancata in Sicilia nel corso degli anni è la pianificazione - ha sottolineato-, adesso i nostri prossimi obiettivi sono di adottare le misure che possano contrastare i problemi che si sono creati in questi anni nelle aree ad elevato rischi di crisi ambientale come Pace del Mela, nel Messinese, nell’area di Siracusa e in quella dove ci sono dati allarmanti. In particolare, nel gelese, la Regione siciliana ha sottoscritto il piano di riqualificazione ambientale con 15 milioni del governo centrale e 10 del governo regionale».
«Il piano di tutela della qualità dell’aria avrebbe dovuto far seguito ad una direttiva dell’Unione europea del 2008, recepita con decreto legislativo nel 2010, il piano di mitigazione dell’inquinamento acustico a una direttiva del 2002, recepita con decreto legislativo del 2005, e il piano delle alluvioni a una direttiva del 2007, recepita con decreto legislativo del 2010 - ha spiegato l’assessore Toto Cordaro - Questi piani costituiscono un passo avanti fondamentale per una Regione quella Siciliana esposta a tutti i possibili rischi e invertono la tendenza rispetto alla assoluta mancanza di una strategia dei piani. Il prossimo impegno sarà quello di varare il Piano delle aree a elevato rischio ambientale, anche su questo fronte la Sicilia sconta un ritardo gravissimo, ma ci siamo quasi ormai», ha concluso Cordaro.
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