PALERMO. Questione morale e inchieste sono state al centro del confronto dei candidati a sindaco di Palermo, ospiti ieri della Camera di Commercio.
E ad accendere il dibattito anche le ripercussioni palermitane del terremoto giudiziario di Trapani.
A fare gli onori di casa il presidente della Camera di commercio e di Sicindustria Palermo, Alessandro Albanese, che ha invocato «opere di sburocratizzazione, soprattutto per il comparto dell'edilizia», mentre si smarca dalla scelta di Todaro, assessore designato di Ferrandelli:
«Confindustria è apolitica e apartitica».
Al confronto, moderato dal giornalista Giancarlo Macaluso, hanno partecipato Leoluca Orlando (sostenuto da liste civiche e Pd, Alleanza popolare, Rifondazione e Sinistra italiana), Fabrizio Ferrandelli (leader dei Coraggiosi, ex Pd, appoggiato da liste civiche e anche da Forza Italia, Udc e Cantiere popolare), Ugo Forello (candidato del M5S), Nadia Spallitta, in campo con i Verdi, e Ciro Lomonte, leader di Siciliani liberi. Assente Ismaele La Vardera, sostenuto da Fratelli d'Italia e dalla Lega di Salvini per impegni romani. Tre minuti a testa per provare a offrire la loro ricetta su temi cari agli imprenditori e agli artigiani, come le opere pubbliche, la gestione delle partecipate, della macchina amministrativa e del piano regolatore. Tiene banco il tema dei cantieri in città con tempi mai rispettati e i commercianti intrappolati. Su una cosa sono quasi tutti d'accordo: consumo di suolo zero e recuperare l'edilizia esistente.
Immagini di Marco Gullà. Sul Giornale di Sicilia in edicola l’approfondimento di Alessandra Turrisi.
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