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"La mafia uccide solo d'estate", Pif presenta il suo film a Palermo

Si può far sorridere parlando di mafia? L'esordio alla regia della ex Iena Pif (Pierfrancesco Diliberto) è incentrato proprio sul tentativo di raccontare la mafia con un registro differente: «Dissacrare i boss e restituire l'umanità dei grandi eroi dell'antimafia - come si legge nel comunicato stampa del film -. Un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti». Il titolo è nato per caso, «durante una conversazione con un'amica», racconta il regista; ed è anche un caso che sia molto simile a quello del libro di Angelino Alfano (La mafia uccide d'estate), mentre è voluta la citazione in locandina del Divo di Paolo Sorrentino. Lo stile è quello, personalissimo, a cui ci ha iniziati nella sua trasmissione "Il testimone", in onda su Mtv: un racconto in prima persona, a piene mani, in un parallelismo tra una storia d'amore e quella, meno personale, degli omicidi di mafia che scossero l'Italia. Bella la fotografia (curata da Roberto Forza) e il ritmo incalzante (onori al montaggio di Cristiano Travaglioli), per una prospettiva invertita e divertita che risponde alla domanda: come si cresce e ama nella Palermo della mafia? Al centro, infatti, la storia d'amore di Arturo (Pif) impegnato a conquistare l'amata di sempre, Flora (Cristiana Capotondi) in un arco temporale lungo vent'anni, e per l'esattezza quella Sicilia tra gli anni '70 e '90 segnata da terribili omicidi di mafia. Le vite dei piccoli Arturo (Alex Bisconti) e Flora (Ginevra Antona) si intrecciano in qualche modo con quelle di personalità illustri come: Rocco Chinnici (Enzo Salomone), Boris Giuliano (Roberto Burgio), il generale Carlo Alberto dalla Chiesa; e conseguentemente anche con quelle di Totò Riina (Antonio Alveario), Leoluca Bagarella (Domenico Centamore), Salvo Lima (Totò Borghese). Un cast di attori davvero ricco e ben equilibrato, tutti interpreti eccellenti: Barbara Tabita, nel ruolo di Maria Pia, madre di Arturo; Claudio Gioè, nei panni di Francesco, il giornalista che farà da mentore, seppur per brevissimo tempo, al piccolo Arturo aspirante cronista; Rosario Lisma, che interpreta Lorenzo padre del protagonista; il bravissimo Ninni Bruschetta nel ruolo del frate democristiano. La vera rivelazione è il piccolo Alex Bisconti, che si impone sullo schermo con una naturalezza scenica che conquista e diverte. Entusiasmante anche il resto del cast dei giovanissimi attori a cui è affidata la narrazione di buona parte del film, fino a che Arturo (Pif) non diventerà il ragazzo meno disilluso, anche se un po' sempre impacciato, che lascerà da parte quell'eroe dell'infanzia (Giulio Andreotti) per evolversi ed evolvere la propria visione sulla sua Palermo e sulla mafia.
I dialoghi tra i mafiosi sono surreali e a tratti divertenti. Anche se qualche volta si sfiora il grottesco, che ci fa chiedere se siamo davvero pronti a vedere raccontati in questa chiave alcuni avvenimenti così dolorosi e tragici della nostra storia, se pur in un film dalle buone intenzioni, che usa il registro della dissacrazione e dell'ironia: il "picciotto" che mangia il panino mentre scioglie nell'acido una vittima, o Riina che non capisce come utilizzare il telecomando del condizionatore, riuscendoci infine in una scena che svolta - ed è questa la metafora stridente - sul racconto delle stragi di Capaci e via D'Amelio.
Sarà il pubblico a deciderlo, a partire da questa sera con la prima di "La mafia uccide solo d'estate". Il film, costato circa due milioni di euro è stato girato in quattro settimane, quasi esclusivamente a Palermo, tranne un'ultima settimana di lavorazione nel Lazio, regione che è tra i sostenitori del film. Intanto il primo successo per Pierfrancesco Diliberto è arrivato durante il 31esimo Torino Film Festival, che ha accolto con entusiasmo questa pellicola d'esordio (servizio a cura di Rossella Puccio).

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