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Renzi a Palermo: "Il reddito di cittadinanza? Non tira fuori dalla povertà, serve il lavoro"

«Il reddito di cittadinanza non tira fuori dalla povertà, serve il lavoro. La Sicilia non crescerà con i sussidi e l’assistenzialismo, sono decenni che questo metodo non funziona ma nel caso dei 5 Stelle è elevato a campagna elettorale. Quando io vedo in alcuni quartieri palermitani arrivare la gente con la tesserina gialla del reddito e dire 'papà mio', mi chiedo come si faccia a fare una campagna che è tutta basata sul clientelismo e sul voto di scambio». A dirlo il leader di Italia viva, Matteo Renzi, parlando con i giornalisti, a Palermo durante la partecipazione ad un evento elettorale. «Vedremo quello che accadrà, io non giudico. Penso che però che ci sia una Sicilia fatta da gente perbene e dico ai giovani siciliani non accontentatevi di chi dice che vi dà il reddito per togliervi dalla povertà, perchè non è vero».

«Io credo che il successo del M5s in Sicilia non ci sarà. Alle ultime regionali non hanno vinto, a queste regionali non vinceranno. Hanno vinto alle politiche del 2018, e prenderanno, se gli va bene, la metà dei voti stavolta. Per cui questa grande discussioni sui 5S lascia il tempo che trova. La verità è che è un partito politico che ha detto tutto e il contrario di tutto», ha sottolineato. Alcune centinaia di persone hanno assistito al comizio in Piazza Verdi. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine che dal pomeriggio hanno presidiato la zona dopo le polemiche innescate dalla dichiarazione del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte che, provocatoriamente, aveva invitato l’ex premier, critico sul reddito di cittadinanza, ad andare a Palermo senza scorta. Parole che non sono piaciute a Renzi che ha definito Conte un “mezzo uomo” e ha denunciato al ministro dell’Interno i messaggi intimidatori ricevuti sui social dopo le esternazioni del presidente dei 5 Stelle. Fortunatamente a Palermo nessuna contestazione.

«Del M5s non condivido nulla. Quello che non posso accettare è che un ex premier minacci fisicamente un altro presidente del Consiglio. Questo è un linguaggio di stampo minatorio e, persino, politico-mamfioso», ha poi aggiunto.

E sulle alleanze in Europa Renzi ha tenuto a chiare che «quegli altri stanno con Le Pen e Orban, noi stiamo con Macron», spiega. La nostra scommessa punta a cambiare il sistema istituzionale arrivando a fare quello che ha fatto Macron in Francia: prendere i voti del Pd, che sta diventando grillino, e prendere i voti di Forza Italia che non può stare con la Meloni. Un moderato, un democristiano non può votare la fiamma», riferendosi a Roberto Scarpinato, ex magistrato antimafia candidato con i 5 Stelle.

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