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Apre a Palermo il quarto centro Glovo in Italia: «Fulcro della nostra strategia al Sud»

A Palermo apre il quarto Glovo center in Italia. Una dimostrazione di quanto il capoluogo siciliano risulti importante per l’azienda gialla del delivery, che in città conta oltre 1300 affiliati tra ristoranti, bar e supermercati, e 500 rider. Palermo, dunque, raggiunge Torino, Milano e Roma e si candida a punto di riferimento per l’intero Sud Italia.

«Le potenzialità sono altissime - ha sottolineato Rafael Varvaez, direttore del centro sud di Glovo Italia -, la città ha un valore di 10 volte superiore a quello che si vede in questo momento. Per questo la consideriamo il centro di gravità per quella che è la nostra strategia al Sud: dopo l’acquisizione della palermitana Social food, questo centro conferma la nostra volontà di rimanere presenti in città e ampliare la nostra offerta con il commercio locale».

Il nuovo centro sarà diviso in 3 aree gestite da circa 20 dipendenti. La prima, del front office, dove avverrà l’accoglienza e saranno illustrate tutte le dinamiche e saranno fornite le risposte alle domande di chi vorrà entrare a far parte della famiglia gialla. Ci sarà poi un’area relax per i rider, dove potranno caricare il proprio telefonino, raccogliere informazioni e riposare, e infine pronto un terzo locale dedicato alla formazione. «Il flusso della flotta cambia continuamente - sottolinea il direttore - dopo circa 6 mesi il 75% della flotta si rinnova quindi questo punto di riferimento diventa fondamentale».

L’azienda leader nel settore delle consegne a domicilio non ha costruito la forza soltanto sul food delivery che è solo una parte dei servizi offerti dalla piattaforma. Questa infatti può essere considerata multi-categoria grazie al quick commerce, modello di business che rende a portata di click le consegne di qualsiasi cosa in poco tempo e da ogni angolo della città. Tutto reso possibile grazie agli accordi stretti dall’azienda con alcuni dei maggiori supermercati, consentendo ai propri clienti di ordinare la spesa via app, e ai magazzini urbani sparsi nei punti nevralgici della città.

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