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Lsu e part time del Comune di Palermo, nuova protesta: «Precari da un quarto di secolo»

«Il Comune di Palermo ci tiene precari dal 1998». È il grido che si è levato oggi davanti palazzo delle Aquile, sede dell’amministrazione comunale, da parte dei rappresentati dell’Usb, l’Unione sindacale di base. «Portiamo avanti un’istanza dei dipendenti comunali in part time e degli Lsu precari dal 1998 - spiega Marina Pagano, delegato sindacale -. Solo nel 2009 siamo stati assunti con un fondo nazionale di 55 milioni a tempo ridotto, lavorando dalle 20 alle 25 ore. Più recentemente nel 2019 - prosegue Pagano - sono stati assunti altri 100 Lsu regionali ma addirittura a 13 ore».

Si tratta di precari e lavoratori part time che tengono in piedi la macchina amministrativa. il Comune, infatti, dovrebbe contare circa settemila dipendenti: ad oggi, invece, in pianta organica ne ha solo cinquemila. Di questi, circa 100 Lsu rimasti alle stesse condizioni del 1998 e 2400 lavoratori sono in part time dalle 13 alle 25 ore.

Il 15 novembre scorso, durante una riunione con l’Usb, il sindaco aveva posto come priorità la spesa di tutte le economie del personale entro il 31 dicembre. In questo modo, non si sarebbero perse tutte le risorse per l’aumento di orario dei part time e per la stabilizzazione degli Lsu. «Il sindaco - sottolinea Marina Pagano - ci aveva promesso che nel 2023 si sarebbe risolta, finalmente, questa vicenda».

Adesso, però, c'è un altro ostacolo: «Siamo stati ricevuti dall’assessore Falzone - continua la delegata Usb - che ci ha illustrato il nuovo programma, diverso da ciò che nei mesi precedenti ci era stato detto. Dobbiamo aspettare la firma del governo per poter accedere alle 30 ore a quanto pare. Questo vuol dire addio al contratto full time».

Alle proteste dei lavoratori, l’assessore avrebbe risposto che il Comune al momento non è in grado di assumere personale: «Una dichiarazione che ha dell’incredibile - sottolinea Pagano -. In questo momento, alle risorse umane, si stanno firmando i nuovi contratti di 57 operatori dei servizi sociali. Per di più,  stanno trasformando da part time a full time i contratti di altri 300 lavoratori del comune e hanno promesso lo stesso trattamento agli operatori della Reset. Perché noi non possiamo essere assunti? Siamo lavoratori dal 1998, è indecente che un ente pubblico tenga i propri lavoratori in queste condizioni». Al loro fianco anche un funzionario del Comune, l’architetto Salvatore Marino: «Vorrei ricordare all’amministrazione che noi facciamo un servizio ai cittadini e questo dovrebbe essere fatto in modo corretto. Bisogna aumentare le ore e rendere full time i lavoratori, migliorare i servizi, e tenere corsi di aggiornamento per funzionari e dipendenti. L’amministrazione deve fare tutto ciò che è necessario perché venga migliorato il servizio che eroghiamo».

«Fino al 2009 facevo lavoro in nero autorizzato dall’amministrazione pubblica- racconta Lucrezia Polizzi - poi un contratto part time da 20 ore settimanali. Sono un funzionario tecnico, con delle responsabilità e un sacco di arretrato. Con sole venti ore settimanali è ovvio che non si possa abbracciare tutto».

Nel video Marina, Salvatore Marino e Lucrezia Polizzi.

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