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Caro energia, Confartigianato Palermo: «Nessuna impresa chiuda»

Grida di allarme si alzano da tutti i territori siciliani per il caro energia. Settori produttivi al collasso. E se c’è chi può decidere di fermare la produzione come ad esempio stanno facendo molto ceramisti, per scongiurare perdite enormi e di conseguenza una chiusura definitiva, ci sono micro e piccole imprese che invece devono necessariamente continuare ad aprire la saracinesca. Così come spiega Maria Grazia Bonsignore, presidente di Confartigianato Palermo, associazione di categoria che nell’ultimo mese ha lanciato in tutta la Sicilia e oggi fa appello alla deputazione regionale e nazionale, affinché “Nessuna impresa chiuda”.

Ci sono ceramisti che hanno deciso di spegnere i forni. Forni - ha spiegato Bonsignore - che vengono accesi più volte alla settimana e che raggiungono temperature di 900 gradi. Le bollette sono passate da 800 euro a 5 mila euro al mese. Di contro non si possono fermare i panificatori, che in qualche modo devono garantire un servizio per la cittadinanza. Lavorano pur sapendo che non ci sarà più un guadagno. Con bollette che sono passate da 1200 euro a oltre 5 mila euro”.

Al collasso anche il settore del turismo, come ha testimoniato il presidente di Confartigianato Agrigento, Gianofrio Pagliarulo. “Agrigento è un territorio ad alta vocazione turistica. Gli alberghi che si trovano nel centro storico, ad esempio, non saranno mai nelle condizioni di ricorrere a un impianto di fotovoltaico. E così, un albergo con 25 camere, ad esempio, è passato dalle bollette di agosto 2019 di 6 mila euro a bollette di agosto 2022 di 22 mila euro”.

I presidenti territoriali di Confartigianato Sicilia si sono riuniti questa mattina in occasione della giunta regionale. Un’occasione per strutturare sempre più il lavoro di lobby che l’associazione porta avanti da mesi nei confronti della politica, regionale e nazionale.

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