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In aumento le frodi bancarie on line a Palermo, la Fabi: ecco come difendersi

«Dal phishing allo spoofing, fino alla sim swap fraud, nomi un pò misteriosi dietro ai quali si nascondono strumenti che provocano perdite ingenti per i correntisti che sempre più spesso decidono di rivolgersi ad un legale per recuperare le somme indebitamente sottratte. La nuova frontiera del crimine in banca». Così la Fabi di Palermo ha definito l’escalation di truffe bancarie tramite home banking che non accenna a diminuire. «Abbiamo iniziato una campagna di denuncia ma soprattutto di informazione - afferma Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi Palermo - perché il fenomeno è a volte sottovalutato e, spesso, le banche e altri intermediari finanziari, tendono a imputare la colpa delle truffe esclusivamente alla disattenzione e/o alla poca accortezza degli utenti. Ma non è esattamente sempre così e occorre fare “educazione digitale» rivolta a quelle fasce di clientela non adeguatamente preparate che, a seguito della massiccia chiusura di agenzie nelle città e in provincia sono costrette ad adoperare smartphone, app e home banking anche quando non sono in grado. Siamo molto preoccupati perché le banche rischiamo un contenzioso legale che non fa bene a nessuno».

«Proprio a Palermo l’Abf (l’arbitro bancario finanziario) nel 2021 ha condannato Poste Italiane alla restituzione dell’importo di euro 10.826,98 sottratto a un proprio cliente (assistito da uno studio legale) vittima di una truffa informatica realizzata tramite home banking in quanto ha affermato che «grava sull’intermediario il dovere di adempiere all’obbligo di custodia dei patrimoni della propria clientela con la diligenza professionale richiesta dall’art. 1176, comma 2 c.c., dovendo predisporre misure idonee ad evitare l’accesso fraudolento a terzi». Pertanto, se l’Istituto di credito e/o l’intermediario finanziario non è in grado di dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee a garantire la sicurezza e la regolarità delle operazioni di pagamento, scatta la condanna alla restituzione delle somme illecitamente sottratte al correntista», conclude Urzì.

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