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Confesercenti Palermo e la crisi delle imprese: "Coinvolgerle nel processo di ripresa"

Ieri, mentre a piazza Indipendenza, a Palermo, prendeva luogo una manifestazione molto partecipata del settore benessere, si riuniva, a un tavolo di discussione con il prefetto Giuseppe Forlani, una delegazione di Confesercenti Palermo, per discutere le preoccupazioni e le proposte del mondo imprenditoriale.

“Innanzitutto vorrei esprimere un ringraziamento al prefetto Forlani per l’attenzione e la disponibilità concreta che ha dimostrato nell’ascoltare le nostre richieste”, esordisce il direttore Confesercenti Palermo Michele Sorbera, che racconta ai microfoni di Gds.it com’è andato l’incontro. “Abbiamo chiesto al prefetto di farsi portavoce presso il governo nazionale della drammatica crisi che stanno vivendo le imprese palermitane per via della dichiarazione della zona rossa - continua il direttore - e di comunicare l’esigenza che hanno le aziende di sentire lo Stato più vicino”.

È stata anche richiesta un’azione di coordinamento tra le altre parti istituzionali, governo regionale e comune, per scongiurare la possibilità che uno scontro tra esse, a causa delle note vicende sulla veridicità e la consistenza dei dati, si giochi sulla pelle degli imprenditori. Infine è stata avanzata la proposta di un nuovo tavolo di confronto in cui le protagoniste siano le aziende siciliane. L’antefatto è che queste, come ribadisce Sorbera, “hanno vissuto da soggetti passivi la drammatica crisi causata dalla pandemia: bisogna, invece, coinvolgere le imprese nel processo”.

Il risultato, altrimenti, suggerisce Sorbera, è “un clima di sfiducia, di distacco nei confronti delle istituzioni pericolosissimo”, confermato dalla manifestazione di ieri, a Palermo, in cui la rabbia delle persone era evidente, e dai disordini avvenuti in contemporanea nel resto d’Italia. Arrivano però le rassicurazioni: “c’è la concreta possibilità che il prefetto si muova per coinvolgere il comune, il governo regionale e altre istituzioni a un tavolo di confronto per la ripresa - dichiara il direttore - su cui condividere un percorso”.

Accanto alla consapevolezza della difficile situazione economica, e della necessità di tutelare la salute dei cittadini, c’è infatti quella che la risposta dello Stato alla crisi non può essere fatta solo di misure restrittive. Nel frattempo, per usare le parole di Sorbera, “abbiamo perso tutto. La filiera turistica è completamente crollata. Anche il settore alberghiero, il comparto della ristorazione: attività chiuse da mesi e in situazioni estremamente difficili. Il settore della moda ha subito un calo di fatturato di almeno il 70%, così come il comparto dei servizi alla persona. L’area benessere, che aveva lavorato nelle precedenti zone rosse, è stata penalizzata dalle ultime decisioni”.

I dati parlano chiaro: meno 137 miliardi di spese per consumi solo nell’ultimo anno; una caduta su cui inoltre si proietta il rischio di lasciare spazio al lavoro abusivo. “È una preoccupazione fondata che il servizio su strada, dato dai parrucchieri e dai barbieri, venga sostituito da attività abusive - conferma il direttore - attività su cui non viene esercitato alcun controllo e che non seguono alcun protocollo igienico sanitario”.

Oltre al danno la beffa, quindi. Perché da un lato i lavoratori abusivi vanno avanti, col rischio di una diffusione incontrollata dei contagi, e il settore benessere, che ha fatto molti sforzi per adeguarsi ai protocolli, abbassa le saracinesche. “Gli sforzi della categoria - insiste Sorbera - non vanno scoraggiati, ma sostenuti”. Per questo è in atto una campagna ideata da Confesercenti, per sostenere le imprese e progettare un piano per “portarle fuori dalla crisi”, come recita lo stesso titolo della petizione.

“Abbiamo insistito su un aspetto: il piano sui vaccini va rafforzato e velocizzato, perché è chiaro che altrimenti dalla pandemia non ne veniamo fuori - dice il direttore - inoltre le riaperture non possono essere solo una gentile concessione: proponiamo di riaprire anche con protocolli di sicurezza più rigorosi. Stiamo elaborando - esemplifica Sorbera - un protocollo che includa una nuova figura nel settore della ristorazione: un responsabile del monitoraggio delle procedure di sicurezza anticovid”. Le soluzioni quindi si stanno cercando, l’importante però, come conclude il direttore, è “consentire alle imprese di ripartire in sicurezza”.

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