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Sciopero dei dipendenti pubblici, manifestazione anche a Palermo: "Riforma e assunzioni"

Hanno scioperato stamattina davanti la prefettura di Palermo i lavoratori impiegati nell'amministrazione pubblica e alcuni sindacati, con lo slogan “rinnoviamo la pubblica amministrazione”. Una protesta per denunciare, come dice Gaetano Agliozzo, segretario generale Cgil funzione pubblica Sicilia, “i mancati impegni del governo nazionale a mettere in campo le risorse necessarie per rilanciare la pubblica amministrazione”.

Si richiedono dunque più assunzioni, una riforma della pubblica amministrazione e risorse per i contratti, “proprio perché i lavoratori in questa pandemia, soprattutto nella sanità, hanno garantito il buon funzionamento dei servizi. Non capiamo perché il governo nazionale si ostina a non mettere in campo quelle risorse che permetterebbero di dare un ristoro ai lavoratori che si sono sacrificati, anche con la vita, come gli operatori sanitari, i medici, e gli infermieri”, dice ancora Agliozzo.

“Oggi scioperiamo per una pubblica amministrazione più moderna e performante che possa svolgere il suo ruolo di motore principale nel rilancio del Paese dopo questa terribile emergenza sanitaria. Siamo qui per sensibilizzare il governo e ricordargli che la stessa Unione europea e Bankitalia hanno lanciato un monito all’Italia in merito alle riforme necessarie - ha detto Paolo Montera, segretario generale Cisl Fp Sicilia -. Non siamo qui per chiedere più soldi per aumenti tabellari degli stipendi, ma per rinnovare davvero e concretamente la pubblica amministrazione. L’adesione è stata altissima, considerando quanti sono scesi in piazza e quanti, pur restando al lavoro, hanno aderito alla protesta indossando un adesivo con scritto ‘Non mi fermo ma protesto’”.

“Non è uno sciopero solo per il rinnovo dei contratti, e quindi per delle mere rivendicazioni economiche”, aggiunge poi Enzo Tango, segretario generale della Uil federazione poteri locali Sicilia, “è uno sciopero per la tutela dei lavoratori del pubblico impiego, dei lavoratori della sanità, i quali hanno pagato anche con la vita questo periodo emergenziale, e di conseguenza è uno sciopero che garantisce indirettamente tutti i cittadini, tutta l’utenza”.

“Io sono un operatore socio sanitario dipendente dell’Arnas Civico di Palermo, la condizione di lavoro non è delle migliori: il personale è ridotto all’osso e molti lavoratori sono a partita Iva o con contratti di tipo Co.Co.Co.”, racconta Giuseppe Greco, “abbiamo il contratto scaduto nel 2018 e non capisco perché si trovi sempre un pretesto per non rinnovarli. Rischiamo la vita e non siamo tutelati”, conclude.

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