Sit-in e occupazione simbolica del municipio, coinvolgendo anche una decina di sindaci del comprensorio di Termini Imerese. Gli operai della Blutec spostano la protesta davanti alla fabbrica. Da domani ci sarà un gazebo permanente di fronte ai cancelli, con le bandiere e gli striscioni di Fim Fiom e Uilm che stanno governando la mobilitazione scattata per rivendicare la proroga, per il 2019, della cassa integrazione e di quella in deroga per mille lavoratori (564 diretti e 300 indotto) come prevede un accordo ministeriale del 7 gennaio scorso, l’estensione delle tutele sociali a 62 operai rimasti scoperti e il rilancio definitivo dello stabilimento accusando l’azienda di non avere mantenuto gli impegni assunti e sollecitando il ministro per lo Sviluppo Luigi Di Maio a convocare un tavolo di confronto per dare una sterzata alla vertenza.
Per i sindacati proprio il mancato rispetto della road map da parte di Blutec avrebbe bloccato la firma del decreto per il finanziamento della cassa. Ma in una nota, Blutec cerca di rassicurare i lavoratori: «Ad oggi non ci risulta alcun rilievo ufficiale al nostro piano di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese, sul quale stiamo continuando a lavorare con il massimo impegno». E aggiunge: «Siamo in attesa che vengano completati i passaggi burocratici noti a tutti. Ancora una volta l’azienda conferma il suo impegno su Termini Imerese, che rimane sito di primaria importanza nella strategia industriale di sviluppo del nostro gruppo per i prossimi anni».
Sulla vertenza piomba anche la politica. «Invece di dichiarare guerra alla Francia, Di Maio potrebbe occuparsi delle
numerose crisi in Italia a partire da quella della Blutec di Termini Imerese», dice il deputato di Sinistra Italiana/LeU Erasmo Palazzotto. E il parlamentare del Pd, Carmelo Miceli, aggiunge: «Di Maio si vergogni per il modo in cui sta trattando la Sicilia e la vertenza Blutec».
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