PALERMO. Sono circa 20 mila in Sicilia i lavoratori delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Distribuzione cooperativa e Confesercenti che sono interessati dallo sciopero dichiarato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per oggi. Si sciopera anche il 19 dicembre. La protesta è scoppiata contro la mancata volontà di Federdistribuzione di firmare il contratto nazionale e della Distribuzione cooperativa e Confesercenti di rinnovare quello scaduto a dicembre 2013.
Così se le aziende di Confcommercio erogano ai dipendenti circa 1.300 euro lordi in più all’anno, quelle aderenti a Federdistribuzioni dopo quasi due anni di trattativa ancora non hanno firmato alcun contratto nè riconosciuto ai lavoratori l'aumento contrattuale previsto dal contratto di riferimento del commercio ovvero dal contratto siglato a marzo tra Confcommercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs.
“È paradossale – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia - che proprio le grandi catene aderenti a Federdistribuzione non abbiano erogato l’aumento contrattuale e anzi pagano ai loro dipendenti stipendi inferiori ai minimi tabellari di riferimento. E' una condizione inaccettabile ed ingiustificabile".
Ad essere coinvolte sono le aziende della Distribuzione cooperativa e di Federdistribuzione che è fuoriuscita da Confcommercio. Tra i marchi interessati ci sono Auchan, Sma, Zara, Coin Oviesse, Ipercoop, Leroy Merlin.
In tutta l’Isola saranno organizzate manifestazione di protesta. A Palermo i lavoratori si ritroveranno davanti al centro commerciale Forum. A Catania è previsto un corteo che partirà da Villa Bellini e si dirigerà fino alla prefettura. Manifestazioni e cortei sono in programma anche a Messina, Ragusa, Trapani e Siracusa.
L'astensione dal lavoro è proclamata per il turno completo di lavoro giornaliero. Per le unità produttive che nella giornata di sabato non svolgono attività, l'astensione è prevista per il venerdì 6 novembre e venerdì 18 dicembre.
“Chiediamo che il salario di questi lavoratori – prosegue Flauto - sia uguale a quello degli altri dipendenti di questo settore che applicano il contratto Confcommercio. In assenza dell’aumento si costituirebbe all’interno di uno stesso settore una situazione di evidente discriminazione con persone che a parità di mansione percepirebbero trattamenti differenti”. La trattativa va avanti dal gennaio 2014 e ad oggi se i lavoratori di Confcommercio sono pronti a ricevere la seconda tranche dell’aumento, gli altri dovranno rinunciare a una cifra che al lordo si aggira sugli 85 euro al mese per 14 mensilità oltre alla quota di Tfr. “Ad aggravare la situazione – scrivono i sindacati - le continue disdette della contrattazione integrativa aziendale che determinano un forte peggioramento di diritti e ulteriore perdita salariale e le condizioni di lavoro in punti vendita aperti 365 giorni all’anno, spesso 24 ore al giorno”.
La leader della Cgil, Susanna Camusso, ricorda lo sciopero nazionale dei lavoratori del commercio pubblicando, su Twitter, una sua foto mentre mostra il volantino della manifestazione; Si legge lo slogan «fuori tutti», «contro l'attacco a diritti e salario». Lo sciopero è unitario, proclamato dalle sigle di settore Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, e coinvolgerà gli addetti delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione Cooperativa. È stato indetto per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti nazionali di settore.
«Nessuna riduzione dei salari». È quanto afferma in una nota Federdistribuzione che ribadisce di voler riconoscere aumenti contrattuali nel triennio 2016 - 2018 che garantiscano il potere d'acquisto dei lavoratori. Federdistribuzione, si legge nella nota, ha proposto ai sindacati possibili interventi di flessibilità e produttività, tra i quali individuare congiuntamente poche, semplici ed efficaci soluzioni per garantire la sostenibilità del settore,
come ad esempio un utilizzo più efficace dei contratti a tempo determinato, soprattutto in località turistiche.
Federdistribuzione ha inoltre proposto di introdurre nuovi e più efficienti strumenti per dare sostegno al reddito e migliorare la tutela della salute dei lavoratori. I sindacati hanno rifiutato queste proposte, ponendo come condizione preliminare l'applicazione del contratto stipulato con Confcommercio. Federdistribuzione non può accettare passivamente l'applicazione di un altro contratto collettivo, come quello di Confcommercio, che ha ingiustificatamente riconosciuto aumenti retributivi superiori all'inflazione: ciò significherebbe mettere a grave rischio l'occupazione e lo sviluppo in molte grandi aziende, in un settore che rispetto al commercio tradizionale investe molto di più in formazione, sicurezza, sviluppo delle carriere, occupazione di qualità (91% di contratti a tempo indeterminato) contrattazione integrativa e welfare aziendale.
«Il negoziato sul Ccnl terziario distribuzione e servizi per Confesercenti è ancora aperto. La proclamazione dello sciopero da parte di Filcams Fisascat e Uiltucs non ha tenuto in debita considerazione la nostra disponibilità a proseguire il confronto». Lo afferma l'associazione in una nota. «Abbiamo proposto alle organizzazioni sindacali un percorso che consenta l'erogazione dell'aumento salariale con modalità e tempistiche che tengano conto della difficile crisi che le pmi stanno ancora attraversando che, per quanto ci riguarda, non può essere proprio ignorata», continua la nota. Confesercenti ritiene, inoltre, che debba essere promosso anche «un nuovo modello di bilateralità più adeguato alle esigenze delle pmi e dei lavoratori» che possa favorire una maggiore razionalizzazione e finalizzazione delle risorse ed incentivare meccanismi di 'staffetta generazionalè
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