PALERMO. È in corso un presidio di una settantina di lavoratori di Fincantieri e dell'indotto sotto la sede di Confindustria, in via XX Settembre a Palermo, dove alle 10 è iniziato l'incontro con l'azienda sulla richiesta di Fincantieri di avviare la cassa integrazione nello stabilimento palermitano, a partire dalla prossima settimana. All'incontro sono presenti i
sindacati metalmeccanici Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
«No alla cassa integrazione sì al lavoro come negli altri cantieri», «Non vogliamo l'elemosina ma lavoro sicuro», sono gli slogan scanditi al megafono. Oltre ai lavoratori del Cantiere Navale, sui quali pende la richiesta di cassa integrazione, sono presenti lavoratori dell'indotto storico del Cantiere, che hanno in gran parte esaurito gli ammortizzatori sociali. Nutrito il gruppo di dipendenti della cooperativa la Spavesana, che si occupa di sabbiature.
Il 21 novembre gli ultimi 15 lavoratori su 40 in totale concluderanno le lavorazioni. E resteranno anche loro senza reddito come gli altri. Ci sono i pittori della cooperativa I Picchettini, che si occupano della spazzolatura delle navi e di impianti provvisori, anche loro in 85 senza ammortizzatori sociali. «A queste imprese in emergenza si aggiunge la fine delle attività per tutti i saldatori, i carpentieri le imprese di pulizia e gli addetti alla mensa - dichiara Francesco Foti, segreteria Fiom Cgil Palermo - Da domani 700 lavoratori sono fermi e senza un reddito».
immagini di Marcella Chirchio
Caricamento commenti
Commenta la notizia