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Palermo, il telaio della Natività diventa opera d'arte: «Così si colma il vuoto lasciato dal furto»

Il telaio della Natività di Caravaggio come cornice per un’opera d’arte che ne elogia il vuoto. Rosario Tornese, artista e professore di Arte presso il liceo artistico Rosario Guttuso di Bagheria, usa simbolicamente come cornice dei suoi putti, ispirati alle opere del Serpotta, il telaio ferito da cui è stata «tagliata» il 17 ottobre del 1969 l’opera dell’artista milanese: ne analizza il vuoto e l’essenza del capolavoro trafugato e lo riempie con quattro opere stratificate tra lamiera, bulino, acidi, dal forte significato simbolico, esposte laddove la natività è stata trafugata, nell’oratorio di San Lorenzo in occasione della XII edizione della Settimana delle Culture. «Honor vacui (questo il nome dell’opera, ndr) è il tentativo di colmare, momentaneamente, il vuoto lasciato dal trafugamento della tela - ha spiegato Tornese -. Il telaio diventa l’opera in sé. E in quanto opera d’arte, è stato esposto in un’edizione della biennale di Venezia».

L’opera è stata realizzata con delle lamiere di ferro, dove l’unico colore è il bianco ad olio, graffiato successivamente con dei bulini, classici strumenti per le opere calcografiche classiche, e i toni ottenuti che vanno dall’arancione chiaro al marrone scuro sono ottenuti utilizzando dell’acido cloridrico che con quantità d’acqua differenti ossidano la lastra generando le sfumature: «Le opere sono dei particolari estrapolati dell’oratorio limitrofo, quindi del Serpotta - sottolinea l’artista -. Il messaggio collaterale è che tutte le opere che compongono il nostro patrimonio artistico nazionale devono essere tutelate: mancando la cura, queste sono soggette non solo al tempo che passa ma anche al trafugamento, come avvenuto per il Caravaggio».

«Non riusciamo a rassegnarci a questa terribile mancanza - ha sottolineato Bernardo Tortorici Raffadali, presidente dell’associazione Amici dei musei siciliani e curatore dell’Oratorio San Lorenzo -. Noi con la Natività, ogni anno, portiamo avanti un’iniziativa per cui vengono chiamati artisti contemporanei a realizzare la loro di Natività che verrà poi rubata nella data del furto per chiamare, successivamente, un altro artista. Questa volta, però, diventa protagonista il telaio, che già è a sé un’opera d’arte perché un’artista vietnamita l’ha voluto per esporlo alla biennale di Venezia, facendo un lavoro concettuale sull’assenza. Adesso, è invece un contorno, un contenitore di arte: il senso dell’opera è che dalla violenza subita possa nascere qualcosa di bello, possa nascere la vita nella sua espressione più alta che è l’arte».

Concetto di vita che ritorna proprio dei soggetti, i puttini, che «sono un pò il simbolo della vita - prosegue Tortorici -, si arrampicano, giocano, si baciano, fanno le bolle di sapone. Ecco, abbiamo voluto riportare la vita in quella che sembrava ormai una cosa morta e defunta; dal male abbiano cercato di creare una cosa che sia bella».

La personale di pittura, curata da Arrigo Musti e Salvatore Maria Tornese, è stata seguita da alcune letture di versi di Simona Lo Curto, Davide Marinaro ed Emanuela Mannino.

Nel video Rosario Tornese, artista e professore di Arte presso il liceo artistico Rosario Guttuso di Bagheria; Bernardo Tortorici Raffadali, curatore dell'oratorio San Lorenzo e presidente dell'associazione Amici musei siciliani; Giorgio Filippone, presidente della Settimana delle culture.

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