Una casa museo della fotografia ha aperto le sue porte di via Garibaldi 84, svelando alla città e ai suoi visitatori segreti e contenuti inediti delle quattro generazioni della famiglia Incorpora, geniali fotografi attivi a Palermo tra il 1860 e il 1941.
Professionisti all’avanguardia, riconosciuta anche dai fratelli Lumière, che fecero visita al capoluogo e alla famiglia Incorpora nel 1907.
Una storia familiare ricostruita grazie alla grande caparbietà di Matilde Incorpora, quinta generazione della famiglia, e al figlio Raffaele La Franca: un fortuito ritrovamento in una casa di Mondello nel 1971 di un baule che conteneva ciò che si era salvato dalla distruzione della loggia Incorpora, bombardata dagli alleati il 9 maggio 1943.
Matilde riesce a riprendere le fila della famiglia grazie a immagini, documenti e cimeli, e studia la storia di Giuseppe, Francesco, Giovanni e Giuseppe jr; suo nonno. «Mia madre è scomparsa lo scorso mese di novembre - racconta il figlio Raffaele - e ho pensato di trasformare questa sua ultima residenza di via Garibaldi 84 in una casa museo. Mamma ha lavorato tantissimo alla catalogazione dei reperti e alla ricerca di altri pezzi di questo immenso puzzle».
La mostra, che sarà possibile visitare anche sabato 6 maggio e domenica 7 maggio dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30, è un piccolo tour all’interno dei passi più importanti della famiglia Incorpora, che parte dallo sbarco dei Mille; poi la foto a Giuseppe Garibaldi, grazie a Salvatore Pagano che accreditò il cognato Giuseppe Incorpora che potè scattare la foto nell’appartamento del generale a Porta Nuova; Re Umberto I di Savoia; Francesco Crispi; il grande fotografo francese Eugène Sevaistre; i Reali d’Inghilterra, Edoardo VII e Alessandra di Danimarca; la prima foto ufficiale dell'Anglo-Palermitan Athletic and Football Club (1900), rinominato poi, nel 1907, Palermo Football Club, che sarebbe poi diventato il Palermo Calcio; perfino la famosa visita degli inventori del cinema: «Un pezzo di storia - commenta Raffaele - documentata da lastre fotografiche, cimeli, taccuini. C’è un gran tesoro e ancora abbiamo tantissime cose da dover tirare fuori. La catalogazione non è terminata qui».
Tra i pezzi che rapiscono subito l’occhio dei visitatori ci sono delle lastre, autochrome dei Lumière, realizzate con una tecnica brevettata dai fratelli. Primi scatti a colori, realizzati dai Lumière a Palermo tra il 1904 e il 1907, prima dell’invenzione della fotografia a colori. In quegli anni, Palermo era diventata polo attrattivo per la fotografia: «Abbiamo delle stereoscopie dell’800 realizzate dagli Incorpora - dice Raffaele - le prime immagini 3D. Si tratta di lastre che vanno osservate con lo stereoscopio, che dà la terza dimensione all’immagine. Una tecnica appresa dai francesi che vennero in visita qui».
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