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Un'impronta internazionale all'Università, Carta: «Una sfida in più per Palermo»

«L’espansione della rete formativa è una sfida in più per l’amministrazione comunale». Così Maurizio Carta, assessore ai Rapporti con l’università e all’Urbanistica del Comune di Palermo ha definito la nuova strada intrapresa dalla governance dell’Ateneo, presentata questa mattina nell’aula 8 dell’edificio 19 di viale delle Scienze.

«La forte impronta internazionale che Unipa sta mettendo in campo - dice Carta - fa sì che i membri della comunità universitaria diventino degli abitanti speciali e più esigenti di cui la città ha bisogno. Questa comunità vuole muoversi in modo diverso e ci costringe a rivedere l’abitare, che non può essere soltanto l’abitare dei residenti - sottolinea Carta -, ma ci deve proiettare verso i nomadi digitali, studenti che passeranno nuovi periodi in città. Palermo non è una città universitaria, non è Pisa, Siena. È una metropoli, ma con la sinergia dell’università può e deve migliorare, il discorso universitario deve diventare civico e urbano».

E lancia una nuova piccola grande proposta: «Con l’Università stiamo lavorando -sottolinea Carta -, abbiamo messo in cima alle priorità la linea C della metro e vogliamo rendere la via Gian Filippo Ingrassia la prima zona 30 a Palermo, riducendo di fatto il rischio e creando un campus urbano in via Archirafi».

«Stiamo volgendo lo sguardo ai bisogni e alle necessità degli studenti, ampliando con nuovi corsi che guardano, ad esempio, al food e all’intelligenza artificiale - ha spiegato Fabio Mazzola, professore alla didattica e all’internazionalizzazione -. Ma abbiamo stretto tante partnership anche con università europee, una strada che porta sempre più verso l’internazionalizzazione dell’ateneo e ad una maggiore competitività dei nostri studenti sul mercato del lavoro».

Dunque, un arricchimento dei corsi di laurea, 12 corsi di laurea triennali, 5 corsi magistrali e un nuovo corso magistrale a ciclo unico, che saranno attivati nei poli di Palermo, Caltanissetta, Trapani e Agrigento: si spazia dall’ingegneria robotica e Intelligenza artificiale - entrambe a Palermo e a numero aperto -, alle Scienze e tecnologie biologiche a Caltanissetta - numero chiuso con 106 posti -, Sistemi agricoli mediterraneo nella sede trapanese, con numero programmato di 100 studenti. Nel polo agrigentino, dove si è registrato il maggior numero di nuove iscrizioni (400) e dove è presente il maggior numero di iniziative didattiche, quest’utile varano consolidate e portate a regime.
Nuovi e vecchi corsi sono accomunati dall’investimento sui tirocini: quest’anno, infatti, è stato  stanziato un milione di euro per dei bandi di tirocinio che non saranno inferiori ai tre mesi: gli studenti, quindi, potranno entrare nelle aziende per un periodo di tempo che va dai tre ai nove mesi, con un rimborso spese dentro l’università a seconda della distanza in cui questo tirocinio viene esercitato. Per il magnifico rettore, Massimo Midiri, UniPa sta dando incontro ad una «metamorfosi. Questo Ateneo ha una storia bicentenaria ma ultimamente si è sempre più accomodata in una bolla provinciale dalla quale bisogna uscire assolutamente - ha sottolineato il rettore -. Vogliamo portare sempre di più l’Università di Palermo in una dimensione di research - ha proseguito Midiri - e bisogna presentarsi nel mercato con grande competenza. Una dimensione che è legata ad un chiaro tentativo di mettersi dentro le traiettorie del Pnrr, il cui 40% è destinato proprio al mezzogiorno». L’obiettivo, però, rimane anche la preparazione al mondo del lavoro degli studenti che passano dall’ateneo palermitano: «Bisogna modulare l’offerta formativa con una programmazione strategica così da muoversi all’interno dei vettori del lavoro - ha spiegato Midiri -. Restare qui deve essere una scelta valida per i nostri giovani».

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