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Al museo dell'acciuga di Aspra anche un omaggio a Franco e Ciccio

L'arte della pesca e del taricos, la salagione del pesce, ma non solo. Al museo dell'acciuga di Aspra dei fratelli Balistreri, un omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e ad altri personaggi siciliani. Sciascia, Buttitta, Pirandello, Guttuso, Parrinello. Trentacinque sedie bianche dedicate a chi ha fatto la storia dell'arte e della cultura siciliana.

“Franco e Ciccio non potevano mancare – commenta lo storico Giuseppe Li Causi - due grandi personaggi del mondo dello spettacolo, che con i loro film raccontarono la realtà dei nostri conterranei siciliani e le tradizioni dell'Isola, nel bene e nel male”. All'interno anche uno spazio dedicato a Giuseppe Tornatore: il Cinema Trieste, a ricordare il vecchio cinema di Bagheria protagonista di Nuovo Cinema Paradiso. In mostra un estratto del film e cimeli del regista bagherese.

“Il museo è emozionale – spiega Michelangelo Balistreri - entri con l'idea di andare a vedere la storia di un piccolo pesce stivato in una latta ed esci fuori che vuoi essere anche tu un acciuga. È uno degli unici musei in cui all'interno trovi tutta la Sicilia”. Lungo il percorso il visitatore ha modo di entrare in contatto con i volti e i luoghi che hanno caratterizzato la storia dell'Isola.

All'interno del museo dell'acciuga c'è anche la sala della legalità. Cinquantanove opere realizzate su pezzi di legno logorati dal mare e frammenti di barca raffiguranti i martiri delle istituzioni morti per mano mafiosa. Da Joe Petrosino a Falcone e Borsellino, Padre Pino Puglisi, Rita Atria e il piccolo di Matteo. “Ai bambini chiediamo chi sono i pesci più forti tra le acciughe e pescecani – spiega Michelangelo Balistreri - loro rispondono i pescecani, ma gli spieghiamo che non è così: le più forti sono le acciughe. I pescecani si mangiano le acciughe quando sono sole, ma quando le acciughe si uniscono i pescecani scappano”. La piazza antistante il museo è dedicata a Filippo Salvi il maresciallo dei ros caduto in un burrone mentre era a caccia di latitanti. Esposta anche l'elica del Lupo di San Francesco, l'elica del peschereccio utilizzato per prelevare dai mari di Aspra il tritolo utilizzato per le stragi del '92.

Una voglia di riscatto nata dopo la richiesta del pizzo nel luglio 2015. “Era il mio compagno di banco delle scuole medie – racconta Michelangelo Balistreri - venne a chiedermi un prestito di 100.000 euro. Ringrazio le forze dell'ordine per il lavoro che svolgono, grazie a loro è possibile garantire un futuro migliore alle nuove generazioni”

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