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Fuck: la "guerrilla poetica" di Angelo Accardi esposta a Palermo, Milano e Venezia

"Ho voluto costruire un detonatore che in questo momento, in una società incubatrice di negatività, dovrebbe restituire all'uomo la sua centralità. È uno sfogo che l'uomo può utilizzare, proprio come detonatore, per aspirare a una libertà quotidiana". Così Angelo Accardi, artista di origini siciliane, spiega il significato dell'installazione costruita con la parola "Fuck".

Per l'artista, di origini siciliane, si tratta di una "guerrilla poetica" che grida un no alla guerra attraverso l'opera monumentale, realizzata in metallo smaltato: è un grido liberatorio che libera energia collettiva e una straordinaria forza civile. In questi giorni è esposta contemporaneamente a Palermo, a Milano e a Venezia. Ma c'è anche uno scopo sociale: dall'originale sono stati ricavati tanti "Fuck" in scala ridotta in gommapiuma la cui vendita sosterrà gli interventi di Save the children per i bambini in fuga dall'Ucraina.

"È un'irruzione d'arte pubblica che con una parola apparentemente profana rinsalda un patto di pace nel momento in cui vengono meno il patto di pace e i diritti di tanti", dice Patrizia Monterosso, direttrice della Fondazione Federico II che ha organizzato l'esposizione dell'opera in collaborazione con l'Assemblea regionale siciliana e il Comune di Palermo.

Video di Marcella Chirchio

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