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A Palermo il festival della cultura ucraina: "Rispondiamo alle armi con le arti"

Rispondere alle armi con le arti. È l'idea di Kateryna e Olena, due dottorande ucraine dell'Università degli studi di Palermo con “Ucraina. La terra di confine”, il festival della cultura ucraina. Ideata e pensata da loro, la rassegna si svolgerà a Palermo dall'11 marzo al 10 aprile, tra Palazzo Steri, i Cantieri Culturali della Zisa, la Fondazione Sant’Elia, ZACentrale e il Centro Internazionale di Fotografia e il cinema Rouge et noir.

Cinema d’autore, presentazioni di libri e una mostra fotografica per comprendere i drammatici eventi che proprio in questi giorni stanno vedendo protagonista un paese dalla storia millenaria. “Ci rendiamo conto che con una penna, una macchina fotografica non possiamo combattere i fucili o i bombardamenti – afferma Kateryna Filyuk, organizzatrice e curatrice del festival – ma l'arte è una lingua universale e può creare empatia, solidarietà, può dare la speranza per un futuro migliore”.

Arrivata in Sicilia quattro anni fa per lavoro, adesso Kateryna è sposata con un fotografo palermitano e ha un figlio di un anno e mezzo. Sta terminando il dottorato, specializzandosi in fotografia sovietica degli anni '60. “Non c'è niente di meglio dell'arte e della cultura per creare ponti e legami tra le persone – spiega ai microfoni di Gds.it – per questo abbiamo pensato di organizzare un festival”.

Insieme a lei, Olena Moskalenko, una dottoranda di scienze umanistiche. Originaria di Kiev, vive a Palermo da ormai 10 anni. Nella sua città natale ha lasciato molti amici “Dovevo andarci proprio in questi giorni – racconta - ma il mio volo è stato cancellato. La mia famiglia non si trova più a Kiev perché il nostro palazzo è stato colpito. Per ora loro sono in Polonia, al sicuro ma molto turbati. Sono dovuti andare via hanno preso una valigetta, i loro animali domestici e sono andati”.

Proprio a Kiev dieci anni fa ha conosciuto il marito, un medico alcamese: “Stava facendo uno scambio, - spiega - lavorava in ospedale a Kiev e ci siamo conosciuti lì, una volta venuta qua mi è piaciuta molto la Sicilia, mi sono trovata troppo bene e come vedi è ormai dieci anni che sono qui”.
L'idea del festival della cultura ucraina nasce da una telefonata tra le due dottorande qualche settimana prima dello scoppio della guerra. “Già la situazione era tesa – spiega Olena - I media russi dicevano che la cultura ucraina non esiste. Ci sentivamo in dovere di spiegare che non è così. Siamo uno stato più piccolo è vero, però anche noi abbiamo la nostra voce e per noi era fondamentale farla sentire”.

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