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Al Palazzo Reale di Palermo la performance live di Max Ferrigno tra antico e contemporaneo

Si è tenuta al Palazzo Reale di Palermo la performance live dell’artista pop-surrealista Max Ferrigno, a conclusione della sua personale, esposta fino a qualche giorno fa al MEC museum di Palermo. L’opera Hally Rite, che ritrae l’omonima CamGirl americana, è stata completata dal vivo in un contesto neoclassico davanti a tanti appassionati d'arte e semplici visitatori. Ferrigno ha completato l'opera che trae spunto dal personaggio Leeloo, interpretato da Milla Jovovich nel film “Il quinto elemento”.  CamGirl è una collezione mediante la quale l’artista parla al suo pubblico di quel fenomeno digitale e sociale che negli ultimi anni sta spopolando sempre più nel mondo del web. Si tratta di giovani donne che scelgono di utilizzare il web come strumento di espressione, e spesso di lavoro, dando vita a chat nelle quali si mostrano in abiti succinti o semplicemente travestite. Un fenomeno, quello delle CamGirl, che sta creando un imponente giro d’affari e che per questo è diventato oggetto e indagine da parte dell’artista. Il finissage è stato organizzato dalla Fondazione Federico II e mostra, curata da Miliza Rodic, è stata esposta fino a qualche giorno fa al Mec, il museo palermitano dedicato al mondo del celebre brand Apple.

L'artista Ferrigno e l'esperienza da "pittore di corte"

Max Ferrigno, artista piemontese ma palermitano d’adozione, è noto per il suo stile unico che è una commistione tra cinema, iconografie nipponiche ed estetica manga. Per la prima volta nella collezione CamGirl ha tratto ispirazione da modelle reali, rispettandone le proporzioni anatomiche senza però abbandonare il suo inconfondibile stile. “Per un giorno - ha spiegato Ferrigno - mi sono sentito un pittore di corte. Ho avuto modo di mostrare al pubblico quello che accade nel corso del percorso creativo. Un modo per mostrare la dedizione e la minuzia che si cela dietro il lavoro di un artista, figura che concepisco alla maniera "rinascimentale", ricerca artistica della perfezione da esercitare ogni giorno nel proprio spazio creativo”. “Già da tempo – ha spiegato Ferrigno - seguivo dei profili social di cosplayer e alt model per la realizzazione dei miei lavori ma anche per capirne alcuni concept, perché le mie icone femminili quasi sempre sono state influenzate dalle alt model, dalle cosplayer. Seguendo l’evoluzione di queste performer, negli ultimi anni ci si è scontrati con piattaforme che vendevano alcuni servizi d’immagine e comunicazione. Quindi ho iniziato a seguire quelle che più rispecchiavano la mia cerchia estetica, quasi da musa ispiratrice per i miei lavori”, conclude l’artista.

Il presidente della Fondazione Federico II: "Palermo diventi metropoli d’arte"

“La performance di Max Ferrigno a Palazzo Reale – afferma Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II - è il segno di un fermento nuovo che la Fondazione Federico II sta stimolando. La storia della città si fonde con la creatività di artisti innovativi e determinati. È un modello ‘aperto’ a cui miriamo e che deve rappresentare la normalità per attrarre artisti da tutto il mondo e rendere Palermo una vera metropoli d’arte. Realtà come il Mec Museum costituiscono hub culturali in grado di generare economia, perciò vanno valorizzati e inseriti in un circuito creativo inclusivo”. “Il finissage di Ferrigno a Palazzo Reale – ha detto Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II - è un altro pezzo di un puzzle che la Fondazione Federico II sta componendo. Il puzzle di un Palazzo colmo di storia e maestosità, che non solo ha aperto nuovi spazi al pubblico ma, pur mantenendo intatta la sua identità, apre al presente senza pregiudizi. Accogliere Max Ferrigno, ormai palermitano d’adozione e noto a livello internazionale, significa oscurare il finto perbenismo e affermare il valore ormai riconosciuto della sua arte, ispirata dal mondo iperconnesso e dalle muse reali e virtuali dei giorni nostri, così come un tempo i grandi esponenti della Secessione viennese selezionavano le modelle dagli spettacoli teatrali”.

 

Il fondatore del Mec Museum: "Sinergia tra pubblico e privato"

“L’evento di oggi - ha detto Giuseppe Forello, fondatore del Mec Museum di Palermo - è dimostrazione di una grande lungimiranza mirata alla contaminazione e alla sinergia, tra pubblico e privato, volta ad una nuova linfa di eventi che potrà, sicuramente, raccogliere consensi su un pubblico sempre più esigente e desideroso di esperienze uniche. Onorato della grande disponibilità che la Fondazione Federico II, il suo Presidente e la sua direttrice, hanno dato a Max Ferrigno e al MEC Museum, in occasione di questa giornata di finissage di CamGirl”.

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