Cinquant'anni dopo, i pupi ottocenteschi che Giacomo Cuticchio aveva lasciato nel 1967 a Parigi, nel piccolo teatrino della Librarie 73 di boulevard saint Michel, tornano a Palermo. Nel laboratorio di via Bara all'Olivella, dal 14 al 31 dicembre, in mostra 56 pupi dispersi, ritrovati e adesso anche restaurati.
Mimmo Cuticchio su questo ritorno ci aveva sperato tanto. Quando, insieme al papà Giacomo, si era recato a Parigi per uno spettacolo all'ambasciata italiana era ancora un ragazzino, aveva 18 anni. Ai microfoni di gds.it racconta l'incontro con Enrico Panunzio, all'epoca il direttore della biblioteca dell'istituto Italiano di cultura di Parigi: “Convinse mio padre a rimanere a Parigi per un po'. Allestimmo un teatro nella cantina della biblioteca della moglie, che aveva la terza libreria più importante di Parigi. Abbiamo fatto spettacoli per i parigini, il pubblico c'era. La sala era piccola, poteva avere una sessantina di posti”.
Intellettuale pugliese, Panunzio era un grande appassionato dell'opera dei Pupi. “Introduceva in francese – spiega Cuticchio, gli spettacoli invece erano sempre in italiano – l'opera dei pupi è come l'opera lirica mica si traduce. La poesia è nell'insieme, non nelle parole”.
Dopo qualche mese di spettacoli, al teatrino della Librarie 73, però, papà Giacomo si fa travolgere dalla nostalgia e decide di ritornare a casa dal pubblico siciliano. Senza però i pupi, che venderà prima di partire all'intellettuale dalle origini pugliesi. “Gli mancava quel calore che gli dava il pubblico tradizionale in Sicilia – continua nel racconto – Panunzio tentò in tutti modi di convincerlo a restare ma mio padre niente, non ne voleva sapere. Alla fine riuscì a convincerlo a vendergli quei pupi. Io non ero d'accordo”.
Il ritorno in un treno affollatissimo, una bottiglietta d'acqua da riempire e Giacomo Cuticchio affacciato alla finestra di un vagone in attesa del figlio. Così, il giovane Mimmo deciderà di perdere il treno e tornare verso la capitale francese. A Parigi scoprirà tutto il suo talento. Per alcuni mesi dirigerà il teatrino della Librarie, lì scriverà e metterà in scena il suo primo copione. Costretto poi dall'avviso di leva militare, dovrà ritornare in Italia.
In tutti questi anni, Mimmo Cuticchio, ha sempre sperato di riportare a Palermo quei pupi lasciati nella Librarie 73 di Parigi. Non ha mai interrotto i contatti con il professore Panunzio che al suo rientro nella città natale di Molfetta, li sistemò all’interno di Torre Pulo, un ex convento dei cappuccini di proprietà della sua famiglia. Nel 2015 il professore pugliese muore e i pupi restano ai figli Antoine e Stephanie.
“La speranza che i pupi potessero ritornare nel teatrino di Palermo non mi ha mai abbandonato - dice Mimmo Cuticchio - così, due anni fa, dopo diversi anni dalla morte di Panunzio, i suoi figli Antoine e Stephanie, consapevoli che quei pupi erano rimasti inanimati per troppo tempo e che avevano bisogno di mani esperte e amorevoli, decisero che sarebbero tornati a Palermo perché potessero rivivere nel loro luogo naturale: il palcoscenico del teatrino dei pupi. Finalmente chiudevo un capitolo lungo oltre 50 anni e ne aprivo un altro, quello del restauro e della manutenzione, che si sa quando inizia, ma non quando finisce”,
Adesso quei 56 pupi ritrovati saranno in mostra nel laboratorio di via Bara all’Olivella, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 18, fino al 31 dicembre (eccetto il 25 e il 26 dicembre) con ingresso gratuito. Il materiale della mostra è stato raccolto in un catalogo, a cura di Elisa Puleo.
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