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Una "Turandot" multimediale nella Pechino del 2070: la prima al Massimo di Palermo

Spade laser, guardie robotiche, lo spettacolo teatrale diventa un fantasy: è una «Turandot» multimediale, assolutamente moderna, quella andata in scena ieri al Teatro Massimo di Palermo. La celebre opera di Puccini viene reinterpretata, calandola in un'epoca futurista: ambientata nella Pechino del 2070, coloratissima, dove i palazzi sono draghi che volano, e persino i personaggi possono moltiplicarsi come fossero caduti in uno specchio.

Lo spettacolo, che ha registrato il sold out, ha aperto la stagione 2019 del Teatro Massimo di Palermo alla presenza del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in visita a Palermo fino a oggi.

La regia di Fabio Cherstich, le scene, i video e i costumi dei videomaker russi Aes+F, tengono ben conto del fatto che non c'è favola che non si confronti con la natura e non c'è principessa che non abbia abitato il bosco. E qui la natura, i giardini, i fiori, le cascate di rose, le primule che volano sono parte integrante dei video, su tre schermi giganti che fanno da scena all’ultima opera di Puccini. Ma non mancano le scene di violenza, le teste mozzate dei principi che hanno osato chiedere la mano di Turandot.

«Questo splendido allestimento di Turandot per la prima della stagione del Teatro Massimo – ha dichiarato il presidente della Fondazione Teatro Massimo Leoluca Orlando – è la conferma, dopo l'anno di Palermo Capitale Italiana della cultura, di Palermo città di culture, di Palermo che coglie la sfida di coniugare la tradizione lirica e l’innovazione, proiettandosi così nel futuro. Lo straordinario lavoro di AES+F, che rappresenta la novità, si accompagna ad un’altra novità, il ritorno del sipario di Sciuti, il cui restauro e la cui restituzione alla città costituisce un’altra tappa del cammino di questo teatro che trasforma il passato in futuro».

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