PALERMO. Da Chagall a Sironi, da Luca Giordano a Guttuso, da Lojacono a Carrà: un patrimonio che abbraccia quattro secoli di storia dell'arte, sparso in uffici anonimi e periferici, si ricompone nelle sale di una villa storica di Palermo. Il recupero di villa Zito, che dopo la chiusura di alcuni anni sarà inaugurata il 20 giugno dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, diventa un evento eccezionale. La Fondazione Sicilia ha raccolto, e in parte ora espone, dipinti e opere grafiche distribuiti nelle filiali italiane ed estere del vecchio Banco di Sicilia.
Altre opere provengono dal patrimonio dell'ex Cassa di Risparmio per le province siciliane. E' stato così costituito un "forziere" di 1.600 opere pittoriche (alcune provengono da donazioni private) e 1.194 opere grafiche. Ma nelle dieci sezioni allestite su tre piani dell'edificio saranno esposti per ora 310 dipinti (altri 50 saranno collocati in "depositi visibili") e 25 opere cartografiche. Il nuovo allestimento, curato da Corrado Anselmi, e la nuova destinazione museale della villa sono stati presentati da Gianni Puglisi, presidente della Fondazione Sicilia.
"Con la riapertura e la fruizione pubblica di questo edificio - ha detto - la Fondazione completa il circuito dei propri spazi espositivi che si era aperto nel 2012 con il restauro di palazzo Branciforte, firmato da Gae Aulenti". Il percorso espositivo, curato da Fernando Mazzocca e coordinato da Antonella Purpura, si apre con la pittura del Seicento e testimonianze importanti tra cui i dipinti di Mattia Presti, Bernardo Strozzi, Luca Giordano e Salvator Rosa. Molto rappresentato l'Ottocento (con i capolavori del paesaggio di Francesco Lojacono, Antonino Leto e Michele Catti e il recupero di altri interessanti dipinti) e soprattutto il Novecento. Alla collezione di opere del futurista Pippo Rizzo si sono ora aggiunte firme di grandi artisti come Mario Sironi, Filippo De Pisis, Ottone Rossi, Carlo Carrà, Ugo Attardi, Fausto Pirandello, Mario Sironi e Renato Guttuso di cui vengono esposti fra l'altro un Ritratto di Kafka del 1963 e un'Eruzione dell'Etna del 1983. Per esporre tutti questi tesori sono state attrezzate sale per 820 metri quadrati e pareti della stessa superficie. Per i restauri la Fondazione Sicilia ha investito 5 milioni. Ma il progetto comprende anche la lo studio dell'intero archivio del Banco di Sicilia. Servirà a ricostruire la storia dell'antico istituto di credito, così influente da essere stato autorizzato a battere moneta.
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