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Palermo, viaggio nell’ex Centro stampa di Italia ‘90 che dovrebbe ospitare la piscina comunale

Sotto il cupolone di tela e ferro intrecciato, quelle che sembrano macerie staccate dalle pareti dopo un terremoto. Nella grande tensostruttura di viale del Fante, il cosiddetto Pallone che fu il Centro stampa dei Mondiali ‘90 e che ora dovrà (dovrebbe) ospitare la piscina prefabbricata «gemella diversa» dell’Olimpica, tutto è stato smontato e posato sui pavimenti. Anche quelli salteranno via. Sotto c’è il vuoto, che dovrà essere spianato e scavato per ospitare la vasca prefabbricata di 2 metri di altezza (per 35 di lunghezza e 25 di larghezza) che dovrà (dovrebbe) essere collocata entro i primi di ottobre. Intanto resta tutto adagiato lì, come scopriamo entrando da una porticina che troviamo aperta nel primo pomeriggio e che ci porta nell’impianto natatorio... candidato, ma fra tante incognite. Troviamo una sorta di grande magazzino dismesso, con chiodi sparsi per terra, cavi a vista, tubi e polvere.

«Rispetteremo i tempi - dice l’assessore allo Sport, Sabrina Figuccia -. Stiamo concludendo le verifiche statiche e poi faremo l’avviso pubblico per appaltare la posa della piscina. È una sfida e un impegno del sindaco». Il condizionale resta più che mai d'obbligo in questo valzer di date e di promesse che rischia di fare finire subito la musica e il ballo, relegando nuovamente al buio e all’abbandono la struttura chiusa da anni. Non è il problema, questo. Piuttosto lo sarebbe il suo immediato riflesso sugli sportivi, che si vedrebbero negata la bracciata lunga in acqua per mera passione o per agonismo.
Non è una eventualità remota per le società, dopo la disdetta dell’incontro previsto per mercoledì prossimo con la Figuccia, di cui abbiamo dato notizia ieri. L’assessore conferma le sensazioni emerse tra i vertici delle associazioni sportive: «Siamo aperti al dialogo - spiega infatti Figuccia - ma non con chi non ci dà fiducia e non ci crede». Certo, due anni sono lunghi da passare in un’«altra» casa, tra l’altro ancora piena di incognite.
Il cantiere è visibilmente ancora work in progress, mentre i mesi passano: a giugno chiuderà parzialmente l’Olimpica e il Comune deve offrire un'alternativa a tutti gli appassionati di nuoto, soprattutto in prospettiva, quando, oltre a quella esterna, sarà chiusa a fine settembre pure quella coperta. Fine dei tuffi e delle gare, insomma porte sbarrate totalmente per due anni, con le società in totale apprensione per il destino di gare e allenamenti gli operai del Coime e personale della Comunale sono lì al lavoro da circa un mese, in squadre da quindici al giorno dalle 6.45 alle 15 circa, in orario straordinario. Uno sforzo tutto manuale per riporre i pannelli a terra, aprire i pozzetti, controllare e togliere tutto ciò che è va tolto.
Mercoledì arriveranno i camion scarrabili per portare via tutto quello che è stato finora solo accatastato, poi dovrà essere fatto un sopralluogo.
Se, a voler essere fiduciosi, arriverà il pollice alzato, si comincerà a lavorare per installare piscina e annessi impianti di non certo facile sistemazione. Quello idrico ed elettrico devono supportare un impianto sportivo che presuppone soprattutto il rispetto di precise norme igieniche. E poi c’è il nodo della manutenzione (clorazione, pulizia, spogliatoi, tribunette) che rientra nell’appalto chiavi in mano. Il personale assegnato al Pallone sarà ridimensionato, con un risparmio dei costi che non dispiace certo all’Ente .
«Abbiamo più volte chiesto chiarimenti sugli impianti sportivi e sulla piscina in particolare - spiega il vicepresidente della Quinta commissione consiliare Giuseppe Miceli, del M5S - ma abbiamo sempre avuto risposte vaghe. Si sta facendo, si stanno avviando interlocuzioni con le strutture private, si metterà la vasca... Tutto appariva molto facile, ma poi sulla tempistica l'assessore è sempre stata più che sfuggente. L prossima settimana cominceremo a convocare a questo punto le società per capire cosa loro è stato detto, ma una cosa è certa: dei lavori alla Olimpica si sapeva già gli insediamento della nuova amministrazione. Era giusto cominciare già pensare nell'autunno del 2022 ad una soluzione alternativa e invece si sta facendo una corsa contro il tempo che si poteva perfettamente evitare».

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