La campagna itinerante Clean Cities (un viaggio in 18 capoluoghi italiani, da Nord a Sud) organizzata da Legambiente arriva oggi a Palermo per presentare i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana, con proposte sulle politiche necessarie a rispondere agli impegni di riduzione imminenti. L’aria di Palermo è inquinata e le azioni messe in campo dalla politica risultano ancora insufficienti, secondo gli ambientalisti. Ma dal prossimo anno, con i nuovi valori limite che stanno per essere adottati in tutta Europa: il Pm10 dovrà essere ridotto del 29% il Pm 2,5 del 30% e gli ossidi di azoto (NO2) del 44%, entro il 2030.
Legambiente ha provato a proiettare gli andamenti discendenti delle curve di inquinamento nei prossimi anni e ci si è accorti che, di questo passo, non riusciremo a rientrare nei limiti europei fissati per tempo: forse nel 2036 per il particolato e neanche nel 2050 per gli ossidi di azoto.
I cittadini del capoluogo siciliano devono fare quotidianamente i conti con un traffico automobilistico che è un vero e proprio cappio al collo della città, causato prevalentemente da un numero di auto per abitante eccessivo rispetto alla media di altre grandi città italiane ed europee, con l’aggravante di un parco mezzi privati ancora troppo vecchio e inquinante. Tutto questo in un contesto in cui la Zona a traffico limitato che delimita il quadrilatero del centro storico nei fatti non costituisce un vero disincentivo alla circolazione dei veicoli inquinanti, che possono comunque transitare in gran numero pagando il ticket giornaliero (o non pagandolo e accettando di ricevere la sanzione, che spesso non viene neppure pagata).
Inoltre, il trasporto pubblico locale non è ancora adeguato ai bisogni dei cittadini e dei lavoratori, mentre la politica - per l’associazione ambientalista - ha colpevolmente provocato un ritardo nei passaggi amministrativi per il completamento e l’implementazione del sistema tram, predisponendo il bando di gara per le tratte B e C ma compiendo la scelta incomprensibile di relegare in coda alle priorità di intervento e di dotazione finanziaria lo sviluppo della linea A della rete tramviaria, quella che darebbe ossigeno al centro di Palermo.
Nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi anni con l’adozione del Pums, l’aumento di chilometri di piste ciclabili e una dotazione importante di monopattini elettrici, è necessario oggi più che mai mettere a sistema questi ed altri interventi. «Palermo - dice Giuseppe Alfieri, presidente Legambiente Sicilia - deve fare molto di più per rinnovare, per certi versi radicalmente, il proprio approccio ai temi dell’inquinamento urbano e della vivibilità».
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