I carabinieri del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Palermo piazza Verdi hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 39 persone accusati di reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla disponibilità di armi e spaccio di sostanze stupefacenti. I provvedimenti sono stati emessi dal gip, su richiesta della Dda.
I clienti arrivavano anche dalla provincia
Dei 39, 14 sono finiti in carcere, 17 ai domiciliari e 8 hanno avuto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’organizzazione criminale aveva come base di spaccio lo Sperone nei pressi di piazzale Ignazio Calona. Tantissimi i clienti che arrivavano dall’intera provincia per comprare cocaina, crack, hashish e marijuana.
Sequestrata anche una pistola
L’organigramma dell’associazione sarebbe stato strutturato su due vertici che gestivano il rifornimento, l’organizzazione della piazza di spaccio e raccoglievano i proventi dell’attività con cadenza settimanale. Le indagini hanno inoltre consentito di acquisire gravi indizi in ordine alla disponibilità da parte del gruppo di armi da fuoco tanto che, nel corso delle attività, è stata sequestrata una pistola clandestina calibro 7.65 perfettamente funzionante.
Le donne avevano un ruolo fondamentale
Un ruolo fondamentale sarebbe stato riconosciuto anche alle donne, parenti dei capi, le quali avrebbero collaborato nella direzione delle attività criminali e nel tenere la contabilità degli introiti, occupandosi, talvolta, anche di custodire lo stupefacente.
I pusher erano organizzati in turni di 12 ore
I pusher sarebbero stati organizzati su turni di 12 ore per garantire la piena attività, anche in orario notturno, della piazza di spaccio. Ciascuno aveva compiti ben definiti, per i quali era prevista una specifica retribuzione: 100 euro al giorno per gli spacciatori e 50 per le vedette.
Il profitto annuo per l'organizzazione stimato in quasi 2 milioni
Le indagini hanno consentito di stimare che la piazza di spaccio avrebbe garantito al sodalizio consistenti profitti, valutati nell’ordine di 1,8 milioni di euro su base annua. Nel corso dell’attività sono stati già operati alcuni arresti in flagranza di reato, segnalate alla locale Prefettura numerosi acquirenti e sequestrati circa 1 chilo di stupefacente e oltre 5.000 euro in contanti circa. Agli indagati sono stati contestati oltre 1.650 singoli episodi di spaccio, ma le emergenze investigative consentono di stimare il numero di cessioni in oltre 500 giornaliere.
I nomi degli indagati
In carcere sono finiti: Salvatore Arcuni, Palermo, 32 anni, Giosafat Bruno, Palermo, 32 anni, Leonardo Compagno, Palermo, 34 anni, Angela Corrao, Palermo, 58 anni, Santo Di Fata, Palermo 38 anni, Adalgisa Di Fatta, Palermo, 33 anni, Maria Gioè, Palermo, 51 anni, Nunzia Guercio, Palermo, 59 anni, Houssem Khlaf, Sousse (Tunisia) 23 anni, Fabio Lo Verso, Palermo, 35 anni, Giuseppe Manzo, Palermo 42 anni, Giacomo Perlongo, Palermo, 34 anni, Matteo Rizzuto, Palermo, 34 anni, Salvatore Tutone, Palermo 23 anni, Vincenzo Pietro Versaggio, Palermo, 28 anni.
Ai domiciliari: Calogero Benigno, Salemi 23 anni, Daniele Cardinale, Palermo, 43 anni, Giuseppe Castelli, Palermo, 29 anni, Antonino Catanzaro, Palermo, 41 anni, Giovanna Di Fatta, Palermo, 40 anni, Vincenzo Di Noto, Palermo, 34 anni, Giacomo Giaconia, Milano, 39 anni, Danilo Lo Nardo, Palermo, 33 anni, Adalgisa Lo Re, Palermo, 33 anni, Antonino Manzo, Palermo, 41 anni, Vincenzo Marchese, Palermo, 39 anni, Nunzio Oddo, Palermo, 42 anni, Raffaele Palazzotto, Palermo, 38 anni, Filippo Raccuglia, Palermo, 24 anni, Michele Sampino, Palermo, 29 anni, Francesco Tinnirello, Palermo, 36 anni.
Obbligo di dimora e presentazione alla Pg per Francesco Paolo Avvenimenti, Palermo, 33 anni, Ivan Biondolillo, Palermo, 31 anni, Rosario Colombo, Palermo, 29 anni, Ottavio Francesco Gebbia, Palermo, 31 anni, Mohamed Labidi, Palermo, 29 anni, Salvatore Lo Re, Palermo, 31 anni, Rita Rizzuto, Palermo, 43 anni, Francesco Simonetti, Palermo 39 anni.
Il sindaco Lagalla: «Spezzata una solida rete di spa
«Le 39 misure cautelari eseguite stamattina dai carabinieri hanno il grande merito di spezzare una solida rete dello spaccio di stupefacenti in città. Sono profondamente grato per l’operazione svolta nel quartiere Sperone dal comando dell’Arma di Palermo che è il frutto di un’importante attività di indagine condotta in sinergia con la procura. Ai magistrati e alle forze dell’ordine va tutto il sostegno di questa amministrazione comunale perchè lo spaccio di droga si rivela ancora la maggiore fonte di guadagno per le cosche mafiose, come dimostrano anche le storie di consumo di stupefacenti che coinvolgono in questo periodo soprattutto i più giovani». Così il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
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