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Ricordati Biagio e Giuditta, 37 anni dopo la tragedia: un'auto di scorta li investì e li uccise in via Libertà

Stamattina alle 9.30, in via Libertà a Palermo, si è svolta la commemorazione di Biagio Siciliano e Maria Giuditta Milella, due giovani che nel 1985 persero la vita investiti da un'alfetta dei carabinieri che scortava i giudici Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta. Davanti alla lapide posta in quella fermata dell'autobus di fronte l'ex Liceo Meli, dove più di cinquanta studenti, tra cui Biagio e Giuditta, in quel 25 novembre attendevano un mezzo per tornare a casa alla fine della scuola, studenti delle scuole Ics Alberico Gentili, del Liceo artistico Almeyda e una delegazione del Liceo Meli, hanno ricordato le due vittime ponendo ai piedi della targa corone di fiori.

Presenti alla commemorazione l'ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che nel 1985 era il primo cittadino, Mari Albanese, presidente della Commissione cultura dell'ottava circoscrizione, Marcello Longo, presidente dell'ottava e il magistrato Vittorio Teresi. «La memoria è un dovere - ha dichiarato Teresi -. Una tragedia immane accaduta in uno dei periodi più oscuri, in un clima di odio e di veleno che si respirava in città in quegli anni, con le paure, gli omicidi, il lavoro del pool antimafia e i contrasti interni ad una palude palermitana - ha concluso -che vedeva di mal occhio l'impegno dei magistrati e delle persone perbene».

Alle 11.30, presso il Liceo Linguistico Ninni Cassarà,  si è svolto un incontro con gli studenti. Presenti anche il magistrato Leonardo Guarnotta e Vincenzo Siciliano, fratello di Biagio.

«È una ferita ancora aperta - ha detto il magistrato -. Paolo in quel triste giorno mi disse di scendere, di vedere cosa fosse successo. Mi trovai davanti ad un dramma terribile, con decine di ragazzi a terra. Ero talmente preso da ciò che vedevo fino al punto che non pensai nemmeno che tra quei ragazzi avrebbe potuto esserci mio figlio Michele che frequentava quel Liceo e quel giorno tornò a casa con l'autobus. Ma uscì un'ora prima. Tornando a casa lo abbracciai come non avevo mai fatto. Poteva essere una strage - ha concluso Guarnotta - fu una tragedia. Una tragedia che centuplicò le nostre forze nella lotta alla mafia».

Alla fine dell'evento in memoria di Biagio Siciliano e Maria Giuditta Milella, il magistrato, in lacrime, ha abbracciato e baciato Vincenzo Siciliano, fratello di Biagio: «Come potrei averla con gli angeli delle scorte o con chi ha contribuito a cambiare la nostra città - ha detto Siciliano -. Grazie a lei e a chi ha perso la vita per la nostra città, anche a nome di mio padre e di mia madre che non ci sono più».

L'evento è stato organizzato e promosso da Mari Albanese, presidente della commissione cultura dell'ottava circoscrizione, in collaborazione con il centro studi Rita e Paolo Borsellino.

«Ho sempre pensato, fin dal primo momento del mio insediamento come Presidente della Commissione cultura  - afferma Mari Albanese - che avrei organizzato una giornata in ricordo di Biagio e Giuditta. Ci siamo riusciti in sinergia con le scuole e con il centro Borsellino. È un giorno di memoria e di festa. Oggi il testimone passa ai giovani di questa città. Quella di Biagio e Giuditta - conclude - è una storia che deve essere narrata affinché non cada nell'oblio».

Un ricordo arriva anche dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla: "Sono passati 37 anni dalla tragedia che ha spezzato le giovani vite di Biagio Siciliano e Maria Giuditta Milella. Il tempo non può lenire le ferite ancora vive delle famiglie ed è importante mantenere vivo il ricordo. Per questa ragione, il mio plauso va all'iniziativa della Quinta Commissione del Consiglio comunale che ha riportato decoro alla targa in ricordo dei due studenti del liceo Meli, nel luogo dell'incidente, in via Libertà. È con gesti concreti come questo che si tiene accesa la memoria".

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