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Mafia, don Ciotti a Palermo: "Le leggi non bastano, serve una rivolta delle coscienze"

"Il Mediterraneo è diventato il cimitero per migliaia di migranti e rifugiati. Ecco da una parte parliamo delle mafie, delle convenzioni e dall'altro tradiamo la Costituzione, la Carta Europea, la carta universale dei diritti umani. E allora c'è un problema: quando il valore del denaro è superiore al valore della vita si è già in stato di conflitto, un conflitto non dichiarato e perciò ancora più pericoloso, subdolo, ipocrita". Così Luigi Ciotti, presidente di Libera, parla di migranti e di respingimenti nel suo intervento alla due giorni dell'associazione ad oltre 20 anni dalla Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale a Palermo.

"Le mafie uccidono di meno, almeno da noi, ma in altre parti del mondo è una strage - ha detto -. C'è una riflessione che dobbiamo fare e dobbiamo portare avanti con umiltà e forza. In questi 28 anni abbiamo cercato e continueremo a cercare di dimostrare che c'è un ruolo della società responsabile consapevole che si mette in gioco, un ruolo fondamentale perché le leggi, i decreti quelle carte lì non bastano se non c'è una rivolta delle coscienze, se non c'è la partecipazione delle persone, se non inondiamo i nostri territori di fiducia e di speranza andando incontro soprattutto verso le persone più fragili e più deboli. Oggi - ha proseguito Luigi Ciotti - la criminalità italiana, e non solo, sta assumendo sempre più una connotazione transnazionale costituendo un pericolo globale e crescente per la sicurezza degli Stati, delle loro economie e dei diritti dei cittadini e conseguentemente l'attività di contrasto alle mafie è diventata una priorità per l'intera comunità internazionale ed europea. E' questo l' allarme lanciato ed evidenziato dal documento strategico del Europol".

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