Non si sono fatti scoraggiare nemmeno dalla pioggia e dal maltempo. Dopo l'avvio delle pratiche di sospensione delle erogazioni d'acqua, da parte dell'Amap, a Palermo in tanti si sono recati – già dalle 7 di questa mattina - negli uffici di via Volturno per trovare una soluzione prima che l'azienda chiuda definitivamente i rubinetti di casa.
“Questo mese non ce l'ho fatta – racconta Provvidenza Pagano, 68 anni -. Ogni bolletta sono più di trecento euro. Sono sola e con la piccola pensione che prendo non ci riesco. Se pago l'acqua rimango digiuna”. La signora Pagano si è recata agli sportelli dell'azienda che gestisce l'acquedotto della città nella speranza si possa risolvere qualcosa: “La mia è una casa piccolina – continua la signora - eppure si prende tutta questa acqua. Con tutte le spese non ce la faccio più”.
Il suo, purtroppo, non è un caso isolato. Poco distante, in sala d'attesa, una signora bionda con addosso una maglietta arancione, niente nome sul taccuino ma racconta una storia molto simile: “La bolletta è di 365 euro. Mio marito prende 500 euro di pensione, non ce la facciamo così. Io sono qui dalle sette del mattino. Sono le 12 e ancora aspetto. C'è una persona che è rimasta più di un'ora allo sportello. Si procede a rilento, danno precedenza a chi prenota online ma noi non siamo riusciti a farlo”.
Insieme ai morosi in fila, diversi gli utenti all'ufficio reclami per altri motivi che denunciano lunghe code e difficoltà nelle prenotazioni online. “I turni da aspettare sono massacranti – spiega Arianna, in coda da quattro ore con in braccio la figlia di 11 mesi – stiamo facendo una pratica per un nuovo allaccio, è un mese e mezzo che aspettiamo il sopralluogo. Siamo molto arrabbiati è il secondo giorno che veniamo qui”. Il tabellone a mezzogiorno chiama il numero 16 ma c'è chi ha in mano il numero 33 dalle 8.45. “Ho il marito in macchina invalido – spiega una donna sulla quarantina – c'è qualcosa che non funziona, si procede troppo a rilento”.
Una scritta ricorda agli utenti “Le operazioni di sportello si concluderanno alle 13.30 anche in presenza di pubblico in sala” e c'è chi teme di dover ritornare anche l'indomani.
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