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Folla di fedeli al santuario di Santa Rosalia, Lorefice: «Epoca difficile, ma custodiamo l'amore di Dio»

«Rosalia ci attira per l’amore radicale che nutre per il Signore». Così ha aperto la sua omelia l’arcivescovo Corrado Lorefice durante la messa e le celebrazioni per il giorno della Santuzza. Tantissimi i fedeli accorsi, che hanno riempito il capannone bianco posto ai piedi del Santuario di Monte Pellegrino. Molti di loro, non trovando posto, hanno seguito le celebrazioni da fuori, cercando riparo dal sole ma con il cuore rivolto alla Patrona e alle parole dell’arcivescovo.

«Il Vangelo odierno è una similitudine sulla prolungata e sfiancante attesa del ritorno del Signore - prosegue Lorefice -. L’attesa però è spossante, erosiva. Spesso spegne il desiderio, affievolisce l’ardore dell’amore, atrofizza l’intelligenza, fa perdere la lucidità, fomenta illusioni, getta tra le braccia di altri. Questo vale anche nella nostra relazione con il Signore: si raffredda l’amore dinnanzi alla prova del tempo, soprattutto in questo passaggio epocale così complesso e liquido, dove viene conclamata l’impossibilità dell’amore sull’onda lunga dell’effimero e dell’esaltazione del singolarismo, soprattutto se non si ha la lucidità di procurarsi la scorta d’olio per alimentare il desiderio di lui».

Parole che si rivolgono allo scenario che di questi tempi tiene il mondo sulle spine, pronunciate anche davanti alle autorità, chiamate nel loro piccolo a fare la propria parte. Tra queste, in prima fila il sindaco Roberto Lagalla, il vicesindaco Carolina Varchi, l’assessore all’urbanistica Maurizio Carta e il questore Leopoldo Laricchia.

Il messaggio è chiaro. «Non spegniamo l’attesa. Custodiamo l’amore immenso di Dio per noi - prosegue l’arcivescovo -. Se vogliamo contribuire a non spegnere l’amore in questo nostro mondo. Se vogliamo unire le nostre forze con quanti ogni giorno in ogni parte del mondo della casa comune nel silenzio del quotidiano sostengono l’attesa della creazione stessa, «l’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio». E ha poi concluso: «Ciascuno e tutti insieme siamo chiamati ad essere audaci artigiani di un mondo infuocato d’amore. Chiediamo attraverso la sua potente intercessione questo miracolo».

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