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Dalla Chiesa, commemorazione sul luogo del delitto di 40 anni fa. Il figlio: «Palermo fa parte di me»

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Teo Luzi, il prefetto Giuseppe Forlani, il questore Leopoldo Laricchia, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla hanno deposto una corona di fiorim, a Palermo, nel luogo in cui 40 anni fu ucciso il generale Carlo Alberto dalla Chiesa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Tra i partecipanti alla cerimonia, oltre al figlio del generale, Nando dalla Chiesa, Vincenzo Agostino, papà di Nino, il poliziotto ucciso con la moglie il 5 agosto 1989, Giovanni Paparcuri, storico collaboratore di Falcone e Borsellino e ideatore del museo realizzato nel bunkerino del palazzo di giustizia di Palermo.

Il 3 settembre di quarant'anni fa un commando mafioso uccideva Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto di Palermo, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente scelto Domenico Russo che li scortava. Le manifestazioni per commemorare le vittime della strage sono iniziate ieri nella sede della prefettura di Palermo, dove alle 19 è stata scoperta una targa.

Alle 10 la messa nella Cattedrale di Palermo, officiata dall'arcivescovo Corrado Lorefice. Alle 11.30 la deposizione, presso il cippo commemorativo dedicato al generale in corso Vittorio Emanuele, di un omaggio floreale da parte del comandante generale dei carabinieri Teo Luzi e dei bambini dei quartieri "a rischio" della città. A seguire, sempre in Corso Vittorio Emanuele, di dipinti su pannelli amovibili, realizzati a cura dell'accademia di Belle Arti. A mezzogiorno, infine, inaugurazione, nei pressi della Sala della Memoria nella caserma ''Dalla Chiesa'', di un altorilievo celebrativo dedicato al generale, realizzato e donato dal maestro ceramista Nicolò Giuliano.

«Il delitto di mio padre - ha detto Nando Dalla Chiesa -, origine di tanta disperazione, non ha comunque mai intaccato la mia idea su Palermo. Qui ho vissuto i momenti più belli della mia giovinezza. Certo, è una città dove, in certi periodi, per forza di cose, ho dovuto "guardarmi" anch'io, facendo molta attenzione. Ma Palermo fa parte di me, mio nonno materno comandava la legione dei carabinieri dove ora mi trovo: sono tante le sensazioni belle che provo».

«Tanti eroi - ha aggiunto il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Teo Luzi, a lungo in servizio a Palermo negli anni Duemila come comandante provinciale - hanno fatto questa Repubblica importante, hanno salvato i principi della democrazia. Tra questi eroi c'è il il generale Dalla Chiesa. Oggi è una giornata importante, di ricordo, soprattutto un segnale per le nuove generazioni».

Presente anche il sindaco Lagalla: «Restano ancora oggi il dolore e il rammarico per non aver visto un uomo di grande intelligenza e lungimiranza come Dalla Chiesa accompagnato nel modo giusto e con adeguati strumenti dallo Stato nella lotta a Cosa nostra. Dalla Chiesa ha lasciato comunque un’eredità preziosa che auspico possa sempre ispirare il lavoro quotidiano di ogni uomo dello Stato e in particolare dei carabinieri che ringrazio per i loro quotidiani sforzi contro ogni forma di criminalità».

Tra le autorità presenti anche il presidente del tribunale di Palermo Antonio Balsamo, la procuratrice generale generale di Palermo Lia Sava, il procuratore aggiunto Paolo Guido, il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, il presidente della Regione Nello Musumeci e il vice presidente della Regione Gaetano Armao, il senatore e procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il prefetto Felice Colombrino, commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, e il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Francesco del Bene.

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