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Truffa alle assicurazioni: scoperta banda in provincia di Palermo, 3 arresti, 9 gli indagati

Compagnie di assicurazione truffate, clienti danneggiati. Una banda che operava in provincia di Palermo è stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Palermo che hanno eseguito un'ordinanza del gip nei confronti di 8 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, esercizio abusivo dell'attività assicurativa, accesso abusivo alle banche dati e truffa assicurativa.

In tre sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per altri cinque sono stati notificati i provvedimenti di obbligo di dimora e misure interdittive di sei mesi dall'esercizio della professione in campo assicurativo. Tra i coinvolti c'è un'altra persona che è attualmente indagata.

Chi sono i coinvolti nell'inchiesta

Ai domiciliari sono finiti Salvatore Mendola, 57 anni e Francesco Mendola, 34 anni, entrambi di Ficarazzi, e Francesco Sideli, 76 anni, di Gratteri. Obbligo di dimora e interdizione dall'esercizio della professione nel campo assicurativo per sei mesi per Jonathan Varrica, 27 anni, e per Caterina Lucia, 33 anni, Ficarazzi; per Paolo Genovese, 35 anni, e Nicola Pedone, 42 anni, di Bagheria; per Vincenzo Teresi, 62 anni, di Palermo

Le indagini

L'operazione è stata condotta dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria, nel mirino sono finite 238 polizze ritenute irregolari. I componenti dell'organizzazione agivano in due modi. Facevano versare i soldi previsti per la stipula della polizza. Poi alteravano i dati per pagare all'assicurazione un premio minore.

In questo modo riuscivano ad intascare la differenza tra quanto versato dal contribuente e quanto realmente incassato dall'assicurazione. In altri casi, dopo avere intascato i soldi, la polizza Rca sarebbe stata annullata immediatamente, lasciando la macchina senza copertura assicurativa. Per realizzare le truffe gli indagati avrebbero utilizzato falsi attestati di residenza dei contraenti presso Comuni che hanno un parametro tariffario più vantaggioso. Non solo, ma avrebbero alterato i certificati dello stato di famiglia per far risultare il sottoscrittore della polizza come convivente con persone rientranti in classi di merito più favorevoli per usufruire delle agevolazioni previste della "Legge Bersani".

Per trovare i dati per predisporre la documentazione falsa, gli indagati avrebbero effettuato anche accessi non autorizzati alla banca dati dell'associazione nazionale delle imprese assicuratrici (Ania). È emerso infine che quattro degli indagati direttamente o tramite il nucleo percepivano il reddito di cittadinanza", beneficio che verrà immediatamente sospeso.

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