Senza un lavoro, la tessera gialla del reddito di cittadinanza nel portafogli e un arsenale di armi nell’armadio di casa a Misilmeri. È Giovanni Sucato, di 44 anni, l'uomo al quale i carabinieri hanno scovato fucili e pistole. Ai militari avrebbe fornito una giustificazione poco convincente. Avrebbe detto di non avere ricevuto le armi da nessuno, ma di averle trovate fuori e poi portate in casa. E come lui la madre (Giuseppa Passantino, 61 anni) e la moglie (Maria Gambino, di 42). Per tutti e tre sono scattati gli arresti domiciliari dopo il blitz eseguito dai militari della compagnia di Misilmeri e dallo squadrone dei Cacciatori di Sicilia. Controlli che da settimane stanno passando al setaccio aree del territorio provinciale spesso impervie, case rurali e boschi utilizzati come covi per attività illegali.
Nel passato di Sucato, ufficialmente disoccupato ma sospettato di essere un armiere clandestino, accuse di furto ma nessun legame con ambienti di mafia. Se quelle armi hanno una «storia» lo scopriranno ora gli esami a cui saranno sottoposte da parte del Ris di Messina. Non certo roba di poco conto, quella trovata nelle abitazioni dei tre arrestati: sequestrati un fucile calibro 12 Browning con matricola abrasa, una carabina calibro 4.5, un fucile calibro 9 Beretta, due pistole modificate con canna perforata e prive di tappo rosso, una rivoltella Italo Gra calibro 22, una pistola semiautomatica Bernardelli calibro 7.65, un silenziatore e circa 300 munizioni di vario calibro.
Le analisi balistico-dattiloscopiche serviranno a capire se siano state utilizzate in passato per commettere delitti di cui è rimasta traccia nei reperti della banca dati delle forze dell’ordine. Ma le indagini dei carabinieri della compagnia di Misilmeri, guidati dal maggiore Marco Montemagno, puntano a scoprire a chi potrebbero appartenere quelle armi, se Sucato e la madre e la moglie siano stati custodi per conto di altri di quell’arsenale tenuto al sicuro per essere poi ripreso in caso di necessità. Una casa di campagna appena fuori Misilmeri, quella dove è scattata la perquisizione dei carabinieri. Dall’armadio di una delle camere da letto, fra camicie, maglie e scatole di scarpe, la scoperta dei fucili tenuti con le loro sacche, senza nessuna misura di precauzione. Le pistole erano avvolte nei panni ed erano, a quanto è stato accertato, perfettamente funzionanti.
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