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Sabato di lezioni in presenza in alcune scuole di Palermo tra caos, assenze e proteste

Spiazzati, sballottati come una barca in mezzo mare. Si sentono così i ragazzi degli istituti tecnici e dei licei palermitani rientrati oggi (15 gennaio) tra i banchi, dopo due giorni di didattica a distanza. “L'abbiamo saputo alle 8 di ieri sera che stamattina saremmo rientrati in classe – spiega Giuseppe Ferdico, studente della 5B elettrotecnica dell'istituto Vittorio Emanuele III - ci è stato detto di fare un modulo di autodichiarazione in cui affermiamo di non essere entrati in contatto con positivi e di essere in buone condizioni di salute”.

Molti studenti però, soprattutto pendolari, sono rimasti a casa. “Saperlo a quest'orario ci ha spiazzati – continua Giuseppe - molti miei compagni non sono riusciti a venire”. Al liceo classico Garibaldi si è assentato il 20% degli studenti, ma di questi, il 10% ha seguito le lezioni in Dad. Nell'istituto su 1040 studenti, in 87 sono in isolamento domiciliare. “Circa l'8% dei ragazzi era in Dad per motivi di positività o contatto stretto – spiega la vicepreside dell'istituto, Giuseppa Ferraro – il 12% di assenza sta all'incirca nella regola. È una cifra un po' più alta della regola però siamo su quel tipo di percentuale”.

Tra le impennate dei casi e la didattica mista, non è stato un rientro a scuola dopo le vacanze come gli altri. “Ci troviamo ad affrontare una situazione - spiega il rappresentante del liceo classico Garibaldi, Ludovico Giuseppe Polito - in cui molte classi sono in quarantena totalmente mentre altre, e credo che paradossalmente sia peggiore, si trovano in didattica mista con uno o più persone positive che non riescono a seguire le lezioni. La maggior parte delle assenze sono state dovute alle quarantene, qualcuno sicuramente avrà preferito saltare questa giornata del sabato per tornare direttamente lunedì. Nulla di strano, anche perché siamo stati sballottati completamente in questo periodo. Mi sento come una barca in mezzo al mare”.

I problemi della scuola ai tempi del Covid non sono pochi: “Nonostante tutto quello che ci viene raccontato sulle misure – spiega Giuseppe Ferdico – le scuole continuano a non averle: non c'è un corretto distanziamento, non ci sono state fornite nemmeno le mascherine. Molti miei compagni non sono venuti perché hanno problemi a casa con genitori fragili e non essendoci sicurezza e nemmeno sanificazione è un rischio per tutti”.

Poi, ci sono le preoccupazioni di chi quest'anno si ritrova ad affrontare l'esame di maturità.
“L'attività didattica, in questo periodo di tira e molla – afferma Ludovico -, ha avuto i suoi alti e i suoi bassi. Veniamo già da due anni durante i quali la didattica sì è stata sempre garantita però non è stata la stessa degli anni passati”. ”Ci ritroviamo spiazzati, - aggiunge Giuseppe - un giorno in dad un giorno in presenza e non riusciamo ad avere un buon rendimento”.

“Questi due giorni in Dad sono stati stranissimi – spiega Luisa Cracolici - l'anno scorso ci eravamo abituati, ma quest'anno fortunatamente non avevamo ancora fatto lezioni a distanza”. Luisa preferisce le lezioni in presenza, nonostante le difficoltà: “A casa perdi un po' la voglia di fare, anche di studiare”. “Siamo bloccati in questa situazione da due anni. - commenta Eleonora Mirri, studentessa tornata a Palermo dopo tre mesi a Londra - E' troppo, bisogna andare avanti! Chiudere le scuole non ha senso se poi lasci i bar aperti, la scuola è fondamentale molto più del bar aperto per prendersi la birra”.

Ma gli studenti non sono gli unici a nutrire timori e preoccupazioni. “Abbiamo lavorato con difficoltà – afferma la docente di latino e greco, Eugenia Andreina Accardi – difficoltà connesse alle assenze non soltanto dei ragazzi ma anche di colleghi e degli operatori scolastici, dovuti all'epidemia.Oggi ho avuto due classi in cui ho dovuto fare didattica integrata mista perché c'erano dei casi in quarantena. Cerchiamo di andare avanti e di essere positivi, pur sapendo che la situazione è difficile e non di facile lettura, per tutti”.

Sull'obbligo delle mascherine in classe, la vicepreside del liceo classico Garibaldi chiarisce: “Stiamo attendendo nuove disposizioni. Attualmente le FFP2 sono obbligatorie soltanto per i docenti della scuola d'infanzia e per i docenti che stanno a contatto con alunni a cui è stato dichiarato l'esonero dall'uso della mascherina per problemi di salute. Solo in questi casi, oppure nei casi delle quarantene, c'è l'obbligo della mascherina FFP2”. Per il resto della popolazione studentesca, secondo le ultime disposizioni, basterebbero le chirurgiche. Le scorte di mascherine in istituto non mancano. “Ma i ragazzi – conclude la professoressa Ferraro - preferiscono usare le FFP2 a carico delle loro famiglie”.

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