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Covid, i positivi fantasma di Palermo: guariti in attesa del tampone e senza green pass

Covid, il caso di due ragazze palermitane. La struttura commissariale: "Col test fai-da-te non si può ottenere la certificazione verde. Una circolare spiega come fare in queste situazioni".

Il 27 dicembre il telefono di Aurora vibra. E' l'amica con cui ha cenato  fuori la sera di Santo Stefano, dal test antigenico rapido fatto in farmacia è appena risultata positiva. Sono giorni di festa e la variante Omicron inizia a circolare per Palermo, molti cenoni di Capodanno iniziano a saltare. In tanti si ritrovano con parenti, amici, conoscenti visti di recente, positivi. Per Aurora scatta responsabilmente la quarantena preventiva.

A cinque giorni dal contatto con il positivo, Aurora riesce a procurarsi un kit fai-da-te ed esegue il test antigenico rapido. Le linee delle farmacie sono intasate e riuscire a prenotare un tampone è praticamente impossibile. Risultato: positivo. Tra medici curanti in ferie e Usca che non rispondono, Aurora però non riesce ad avviare la pratica di segnalazione. “Abbiamo provato a contattare il medico ma non rispondeva – spiega – forse perché erano giorni di festa o avevamo noi un numero sbagliato, non so cosa pensare. Quando finalmente sono riuscita a prenotare poi un tampone in farmacia, trascorsi dieci giorni di isolamento, è risultato negativo”.

Per il sistema sanitario Aurora è un fantasma. La sua pratica di segnalazione non è mai partita, quindi, è come se non avesse mai contratto il Covid. A febbraio le scadrà il green pass e per rinnovarlo dovrà fare la terza dose, nonostante sia appena guarita. In una situazione simile anche Ludovica che, nonostante il tampone fatto in casa, grazie all'aiuto del medico curante è riuscita ad inserirsi nel sistema di segnalazioni dell'Asp, tra i positivi.

“Ho fatto il tampone a casa perché stavo male – spiega a Gds.it - avevo la febbre alta e non potevo uscire. Sono risultata positiva e ho provato nei giorni a seguire a contattare medico, Asp, Usca, guardia medica ma non rispondeva nessuno, o comunque mi rimandavano ad altri numeri di telefono di persone che non sapevano che dirmi, in che sistema inserirmi o comunque la cura da fare”.

Dopo diverse telefonate Ludovica riesce a contattare chi di competenza. “Alla fine l’Asp mi ha inserito nei positivi anche se il tampone l'avevo fatto in casa, - racconta - dicendomi che mi avrebbero ricontattato per venirmi a fare il molecolare. Non è mai venuto nessuno. Ma, a dieci giorni dalla segnalazione, mi è arrivata una mail dell'Asp con la convocazione in fiera per lo screening di massa”.

Risultato? Negativo. “Il green pass me lo devono dare per forza – afferma Ludovica - non è colpa mia se non è mai venuto nessuno prima, quando stavo male. Io non potevo muovermi di casa perché rischiavo la denuncia se uscivo per farmi un molecolare”.

A chiarire le idee sulla procedura da seguire è Rosario Iacobucci, dirigente medico del dipartimento di Prevenzione presso l'ufficio del Commissario per l'Emergenza Covid: “In questo momento dal punto di vista normativo l'auto-test non può essere considerato un tampone certificato perché non è effettuato da un operatore sanitario accreditato. Queste persone non possono essere tracciate e non risultano positive perché non sono state segnalate al dipartimento di prevenzione”.

In questo momento il risultato positivo di un rapido fai-da-te non basta per avviare la procedura di segnalazione alle Usca. “Il tampone rino-faringeo è un test operatore dipendente, per cui, l'utente da solo, non essendo un operatore sanitario, non può certificare una positività. Noi non sappiamo come è stato eseguito il test, che test è, che tipo di specificità ha quindi il paziente non può essere certificato come positivo”.

Come procedere quindi in questi casi? “C'è una circolare ministeriale – aggiunge  Iacobucci - che ci dice che si può considerare ex Covid il paziente che in caso di assenza di tampone molecolare riceve un'accurata anamnesi dal medico per cui racconti di sintomi compatibili al Covid o una condizione familiare di pazienti positivi”.

Sulla difficoltà delle Usca, data dal grande numero di contagiati, nell'effettuare tamponi molecolari domestici afferma: “Nell'area metropolitana di Palermo nessuno in questo momento ha aspettato più del tempo previsto. Abbiamo fatto una maxi-convocazione ai drive in, per cui tutti hanno ricevuto una convocazione”.

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