Palermo, percettori di reddito di cittadinanza e volontari: "Non siamo parassiti"
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“Voglio lavorare, non chiedo altro, sono un percettore di reddito di cittadinanza ma chiedo di poter tornare a lavorare per il bene della collettività”. A parlare è Tony Guarino, percettore del reddito di cittadinanza e vicepresidente dell’associazione “Basta Volerlo”. Tony è palermitano e assieme ad altri concittadini anche loro con il sussidio, ogni giorno scendono in strada per lavorare e mettersi a disposizione della cittadinanza. Dallo spazzamento delle aiuole al servizio nelle scuole e alla pulizia delle strade. “A casa si appassisce - dicono - vogliamo ringraziare lo Stato per quello che ci dà lavorando”. E in effetti un altro paradosso è che un modo per lavorare ufficialmente per la città ci sarebbe ma non viene preso in considerazione, ovvero quello dell’attivazione dei Puc (Progetti Utili alla Collettività). “È assurdo – dichiara Davide Grasso, presidente della stessa associazione – l’attivazione dei Puc permetterebbe a tutti loro di lavorare ufficialmente per il Comune e credo che per le condizioni in cui versa Palermo sarebbe un grande aiuto, praticamente a costo zero. Ad oggi non è mai stato attivato nulla”. “Non ne possiamo più di essere chiamati parassiti – dice Anna Maria Volpes, anche lei percettrice di reddito – noi abbiamo sempre lavorato, il reddito ci aiuta ma chiediamo di poter lavorare”.