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Imprenditore denuncia gli strozzini, blitz contro i clan di Palermo e Monreale: chi sono i sette arrestati

I Carabinieri del Ros (con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, del Nucleo elicotteri e del Nucleo cinofili) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nel corso delle indagini preliminari, dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Sezione Palermo” della Procura - Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di sette indagati, presunti appartenenti al mandamento palermitano di Villagrazia-Santa Maria di Gesù e alla famiglia di Monreale. Sono indagati a vario titolo per usura ed estorsioni (tentate e consumate), queste ultime aggravate dal metodo mafioso.

Sono stati arrestati i palermitani Francesco Di Marco, 37 anni, Santi Pullarà, 42 anni, Marco Neri, 47 anni, Salvatore Fileccia, 57 anni e Gioacchino Meli, 50 anni. Ai domiciliari sono finiti Alfredo Giordano, 60 anni e Carmelo La Ciura, 76 anni, di Monreale. Nell’indagine era coinvolto anche Gaetano Di Marco di 71 anni che, nel frattempo, è morto.

Il grave quadro indiziario, posto a fondamento del provvedimento cautelare, scaturisce da un’indagine, avviata dal Ros nel 2017 e diretta dalla Dda, a seguito della denuncia di un imprenditore, che ha dichiarato di essere caduto sin dal 2011 nella morsa usuraria dei predetti indagati, a causa di una posizione debitoria maturata nell’esercizio d’impresa. L’investigazione, oltre a documentare i gravi indizi di colpevolezza relativi alle citate condotte usurarie ed estorsive, ha capitalizzato e messo a sistema il materiale probatorio già raccolto dal Ros nell’ambito dell’indagine “Brasca” condotta in direzione del mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù.

Dalla citata indagine scaturì, nel 2016, un provvedimento restrittivo a carico di 62 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita detenzione di armi, ricettazione, danneggiamento, incendio e fittizia intestazione di beni, aggravati dalle finalità mafiose. Alcuni degli odierni arrestati, a seguito di tale manovra investigativa, sono stati condannati in appello per l’appartenenza all’associazione mafiosa e per la realizzazione di reati fine.  Nell’ambito dell’operazione sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni.

 

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