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Capo Zafferano e Mongerbino, gommoni e moto d'acqua troppo vicini alla costa

A Capo Zafferano, la vigilia di Ferragosto, la costa è assediata dalle imbarcazioni. Queste, incuranti delle ordinanze della capitaneria di porto, transitano e ormeggiano a pochi metri dagli scogli, sfrecciano a tutta velocità e fanno pesca a traino con metri e metri di lenza.

Le regole che riguardano navigazione e prossimità alla costa variano localmente ma la distanza minima da tenere rispetto a scogli e spiagge va dai 200 ai 500 metri. Puntualmente infranta in quel tratto del Palermitano.

Non solo motoscafi e gommoni ormeggiati a una manciata di metri dalla baia rocciosa. Ma anche moto d’acqua che sfrecciano a velocità tra i natanti, e imbarcazioni che si avventurano nelle conche e negli anfratti della costa, e qui gettano l’ancora.

Nelle acque di Mongerbino, in prossimità del faro, due sub nuotano con il palloncino al seguito, strattonati dalle onde. Altri bagnanti intorno alla propria barca, pur ancorata troppo vicino al litorale, sono costretti a fare segno a una moto d’acqua che li raggiunge di gran corsa per non essere travolti.

Arriva la guardia costiera: i motoscafi virano verso il largo e quelli ancorati tirano su i pesi mentre le forze dell’ordine discutono con i pescatori subacquei. Poi il gommone arancio si avvicina al motoscafo che sosta troppo vicino al litorale: niente multa per chi è a bordo, vengono però invitati a spostarsi.

Una volta che le forze dell'ordine girano l’angolo, lo scenario torna a essere quello di pochi minuti prima. Un gommone si avvicina a una conca, tra gli scogli, scansando un bagnante che sta nuotando.

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