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Polizia penitenziaria, la protesta a Palermo contro le rivolte dei detenuti: "Ci vuole più sicurezza"

Oggi tre organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria si sono riunite in protesta davanti il carcere Pagliarelli di Palermo per muovere delle critiche all’amministrazione penitenziaria e raccontare le difficili condizioni di lavoro.

Chiediamo più risorse per gestire meglio la sicurezza interna agli istituti”, dice Domenico Ballotta, segretario generale Fns Cisl Sicilia, a proposito dell’insorgere di numerose rivolte dei detenuti che non consentono di lavorare in tranquillità e sicurezza.

“Il corpo della polizia”, afferma poi Calogero Navarra, segretario nazionale per la regione Sicilia Sappe, “risulta depotenziato”, 6 mila detenuti per 3.500 poliziotti penitenziari, “si da così credito all’utenza detentiva”.

Non mancano inoltre le criticità, che con le poche risorse a disposizione è difficile fronteggiare: “Circa il 20% dei detenuti è affetto da malattie psicologiche e c’è un altissimo tasso di tossicodipendenza”, dichiara Gioacchino Veneziano, Segretario Generale Uilpa.

“Noi chiediamo al provveditore di ristrutturare gli istituti, senza chiuderne altri”, questo comporterebbe un enorme spreco di denaro, “e di portare il personale e gli stessi ristretti a vivere in condizioni di dignità umana, garantendo sicurezza e salute”, conclude Armando Algozzino, segretario nazionale Uilpa Polpen.

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