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Blitz antidroga a Palermo, Ruperti: "La banda agiva come call center"

«L'operazione di oggi - spiega Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo nell'ambito dell'operazione antidroga alla Zisa, che ha portato all'arresto di 16 persone - è la prosecuzione di quella che nel 2017 aveva portato in carcere diversi pusher sempre alla Zisa che rifornivano decine e decine di assuntori anche a casa. Il sistema anche in questo caso era basato su due bande che riuscivano a consegnare la cocaina a una serie di clienti assidui. Ogni pusher aveva dei cellulari con dei numeri e guadagnava circa 800 euro a settimana».

Trait d’union tra l'operazione del 2017 e quella di oggi è rappresentato dalla presenza di Danilo Biancucci. «In casa sua si svolgevano le riunioni - dice Agatino Emanuele capo della narcotici - e in alcuni casi in queste riunioni si motivavano i pusher a guadagnare sempre di più. Durante la riunione uno dei motivatori disse al pusher che se si fosse impegnato avrebbe potuto guadagnare 800 euro a mattinata».

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