E’ allarme rosso per i lavoratori Almaviva che tornano a protestare a Palermo contro i tagli prospettati dall’azienda. In concomitanza con il tavolo in corso al Mise, stamane si sono dati appuntamento davanti alla sede della prefettura del capoluogo per mantenere alta l’attenzione sui 1.600 esuberi su un totale di circa 2.800 unità della sede palermitana.
Martedì scorso, infatti, l’azienda ha comunicato i dati economici del primo semestre con una perdita di 5,7 milioni e con un ulteriore calo dei volumi da settembre in poi. Una situazione di stallo che sembra preludere al peggio.
«E' vero che la Sicilia è rinomata come la terra degli agrumi, ma noi non siamo limoni da spremere, anche se è così che ci trattano», dice con amarezza Daniele, 35 anni, con un figlio piccolo e oltre 15 anni trascorsi come operatore a tempo pieno dietro le postazioni in via Cordova. «Sia per numero di familiari sia per anzianità - prosegue - non dovrei essere tra i lavoratori a rischio, ma tra me e o miei colleghi non c'è alcuna differenza e, dopo di loro, io sarei il prossimo. Ormai non ci sono più prospettive, ma se si rispettassero veramente le regole, queste aziende sarebbero floridissime».
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