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Condannato perchè investì madre e figlia a Palermo, i familiari: "Quelle vite non valgono 8 anni"

"Le morti di mia moglie e di mia suocera non valgono 8 anni, questa non è giustizia": Giuseppe Vela lo dice con gli occhi carichi di lacrime.

Lo scorso 11 maggio sua moglie Angela Merenda di 42 anni e sua suocera Anna Maria La Mantia, di 63, morirono travolte dall'auto guidata da Emanuele Pelli, 35 anni, mentre attraversavano la strada in via Fichidindia a Palermo. Un terribile incidente, una tragedia che ha segnato la vita di una famiglia, e che nei giorni scorsi ha portato alla condanna di Pelli per omicidio stradale.

Il giudice ha stabilito anche delle provvisionali a favore di familiari, decretato la confisca e distruzione del mezzo e revocato la patente di guida. Ma per Giuseppe Vela, che annuncia ricorso, la pena di 8 anni non è sufficiente. Nel video il drammatico racconto del giorno dell'incidente, della sofferenza che si porta dietro, del dolore del figlio piccolo. Le difficoltà di una famiglia descritte anche dalla madre Antonina, che si prende cura del nipotino che non ha più la mamma.

Angela e Anna Maria furono investite mentre tornavano a casa dopo aver preso parte nella chiesa evangelica "Dio con noi" al consueto studio biblico settimanale. Terminata la serata, dopo uno scambio di saluti con i confratelli, entrambe erano uscite e, prendendosi sotto braccio, avevano iniziato ad attraversare la strada per fare rientro a casa. All'improvviso un'auto che arrivava a fortissima velocità le ha travolte sbalzandole a più di una decina di metri di distanza. Pelli non si sarebbe fermato e fu rintracciato dai carabinieri la mattina successiva.

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