Intimidazioni, minacce ed estorsioni: così era riuscita a creare un clima di paura e terrore la banda sgominata dai carabinieri a Camporeale, dove 7 persone sono state fermate per associazione a delinquere finalizzata a compiere furti, intimidazioni ed estorsioni. Avevano seminato così tanto timore negli abitanti che in alcune intercettazioni gli investigatori hanno trascritto le richieste di aiuto di alcuni imprenditori oggetto di attentati e minacce. Nel video sono riportate alcune delle intercettazioni trascritte dai militari.
Alcuni residenti che subivano furti ed estorsioni sono stati intimiditi e costretti a non denunciare i furti.
In un’occasione si accorsero che un imprenditore a cui avevano rubato un attrezzo da lavoro era andato a sporgere denuncia. «Quell'infame ai cui abbiamo rubato il compressore è in caserma e parla con il maresciallo», diceva intercettato. Quattro giorni dopo allo stesso imprenditore fu incendiato un autocarro. La banda metteva a segno furti a ripetizione. Pellet, canne fumarie, attrezzi da lavoro costosi e anche tante olive che poi portavano nei frantoi per la molitura. Molti dei colpi sono stati seguiti passo passo al telefono da Maurizio Mulè, che dava indicazioni soprattutto a Salvatore Lazzara sulla possibile presenza o meno delle auto dei carabinieri di pattuglia nella zona. «Stai attento - diceva Mulè - stanno passando i porci o i tarzan».
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