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"Campagna elettorale ingannevole": l'accusa per Caputo e suo fratello finiti ai domiciliari

PALERMO. "Attentato contro i diritti politici del cittadino": è questo il reato di cui è accusato Salvino Caputo, ex deputato regionale oggi dirigente della Lega in Sicilia, finito agli arresti domiciliari in un'inchiesta più ampia che lo vede anche indagato per voto di scambio, insieme col fratello Mario, avvocato di Monreale, candidato non eletto alle ultime regionali per la lista "Noi con Salvini".

I fratelli Caputo, secondo gli investigatori, avrebbero indotto con l’inganno gli elettori all'esercizio del loro diritto politico. In particolare, avrebbero fatto in modo che, a fronte della candidatura all’Ars di Mario, gli elettori pensassero che il proprio voto servisse a sostenere la candidatura del fratello Salvino, più noto, politico di lungo corso ma che era però incandidabile ai sensi della “Legge Severino”, per via di una condanna definita per tentato abuso d'ufficio del giugno del 2013 e a causa della quale era decaduto da parlamentare regionale.

 

Così, dicono sempre i pm, per indurre gli elettori a votare Mario Caputo, detto Salvino, sia i manifesti elettorali che i volantini distribuiti recitavano solo il cognome del candidato “Caputo” (omettendo qualsiasi foto) e, nella lista, Mario aveva fatto aggiungere al proprio nome il falso appellativo “detto Salvino”, con il quale era appunto conosciuto il fratello.

Nell'inchiesta compare anche un altro reato, per cui Salvino Caputo è indagato: voto di scambio. L'accusa è di aver promesso posti di lavoro in cambio di consensi elettorali. Per questo reato è finita ai domiciliari una terza persona,  Benito Vercio, di termini Imerese, accusato di essere un “procacciatore di voti”. Gli inquirenti parlano di almeno 12 episodi di compravendita di voti. Nell'inchiesta risulta indagato anche Alessandro Pagano, coordinatore della Sicilia occidentale di "Noi con Salvini", appena eletto alla Camera. La vicenda scuote i vertici della Lega, il capogruppo della Camera, Giancarlo Giorgetti, si è detto "deluso e amareggiato".

Immagini di Marcella Chirchio

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